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Animali
08 Aprile 2025 - 16:00
Romulus e Remus sono i nomi dei due cuccioli di lupo dire (dire wolf), una razza antica estinta migliaia di anni fa. Questi esemplari sono i primi a essere nati grazie a un'incredibile innovazione scientifica che ha permesso di riportare in vita una specie di lupo chiamato "enocione" o "metalupo", noto per le sue dimensioni imponenti. I cuccioli sono stati creati tramite un avanzato processo di ingegneria genetica e portati alla vita grazie alla gestazione surrogata, dando così vita a una realizzazione che sembrava appartenere solo alla fantascienza.
A completare il trio dei cuccioli c'è anche una sorella, Khaleesi, che è nata poco dopo i suoi fratelli. Questi animali appartengono a una nuova (e allo stesso tempo antica) specie che ha visto la luce tra l'autunno 2024 e l'inverno 2025.
SOUND ON. You’re hearing the first howl of a dire wolf in over 10,000 years. Meet Romulus and Remus—the world’s first de-extinct animals, born on October 1, 2024.
— Colossal Biosciences® (@colossal) April 7, 2025
The dire wolf has been extinct for over 10,000 years. These two wolves were brought back from extinction using… pic.twitter.com/wY4rdOVFRH
"Stai ascoltando il primo ululato in oltre 10.000 anni di un dire wolf": così l'azienda Colossal Biosciences ha annunciato con entusiasmo la nascita di Romulus e Remus. Questo storico momento è stato celebrato con il rilascio di un audio e delle immagini dei cuccioli dal mantello bianco, pubblicate su X (ex Twitter), con la data ufficiale del loro arrivo: 1° ottobre 2024.
Colossal Biosciences ha utilizzato la tecnologia CRISPR per "riportare in vita" i lupi dire, basandosi su un genoma completo dell'enocione ricostruito a partire da DNA antico estratto da fossili che risalgono a 11.500 e 72.000 anni fa. Secondo gli scienziati, questo traguardo non è solo un grande successo per l'azienda, ma rappresenta anche un passo significativo nel campo della scienza, della conservazione della biodiversità e delle potenzialità future per l'umanità.
Da oltre dieci anni, gli scienziati hanno sperimentato vari metodi per riportare in vita specie estinte, un processo noto come de-estinzione. Colossal Biosciences ha applicato un approccio innovativo per ottenere cuccioli di lupo grigio che possiedono tratti genetici dell'antico dire wolf. Questo è stato possibile grazie alla tecnologia CRISPR, che ha permesso di alterare 14 geni specifici nel genoma del lupo grigio.
Come spiega un report del Time, il team di Colossal ha studiato attentamente il genoma dell'enocione, identificando i tratti che lo distinguevano dal lupo grigio. Con l'uso della CRISPR, gli scienziati hanno modificato il codice genetico del lupo grigio per inserirvi i tratti desiderati, come una corporatura più massiccia, un mantello bianco, denti e mascelle più grandi, e una maggiore forza nelle spalle. La combinazione di queste modifiche ha dato vita a una specie che conserva le caratteristiche fisiche del lupo preistorico.
Il processo seguito da Colossal Biosciences non è stato quello della clonazione tradizionale, come avvenne per la pecora Dolly. In questo caso, il DNA antico non è stato inserito nel genoma del lupo grigio, evitando quindi una manipolazione diretta del materiale genetico dell'antico lupo. Invece, gli scienziati hanno prelevato cellule di lupo grigio da un donatore e modificato 14 geni specifici prima di trasferirli in ovuli privi di nucleo. Gli ovuli modificati sono poi stati sviluppati in embrioni e impiantati in madri surrogate. Questo processo ha portato alla nascita dei primi cuccioli di dire wolf il 1° ottobre 2024, seguiti dalla nascita di Khaleesi il 30 gennaio 2025.
Nonostante il successo tecnologico, il progetto ha sollevato interrogativi etici. Le preoccupazioni riguardano i rischi di manipolazione genetica e l'impatto che la "de-estinzione" di animali estinti potrebbe avere sull'ecosistema attuale. L'azienda spera di utilizzare queste stesse tecnologie per salvare animali in pericolo di estinzione, come il mammut lanoso, utilizzando le stesse tecniche per evitarne la scomparsa definitiva.
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