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Eurovision Song Contest
11 Aprile 2025 - 17:00
C’è chi si prepara all’Eurovision con vocal coach, coreografi e meditazione trascendentale. E poi c’è Tommy Cash, che punta tutto su una strategia infallibile: ingurgitare quantità industriali di espressi macchiati. Non per rimanere sveglio – lui sveglio lo è da sempre, artisticamente parlando – ma per entrare nel mood giusto. Un po’ caffeina, un po’ caos creativo, e tanta voglia di spiazzare.
Sì, perché Tommy Cash, estone di Tallinn con l’estetica da rave post-sovietico e il cervello che sembra progettato da un ingegnere pazzo della pop art, non è certo il classico concorrente eurovisivo. Altro che lustrini e ballad strappacuore: lui arriva con Espresso Macchiato, una canzone che è un trip sonoro tra techno, ironia e citazioni da bar di periferia. E già dal titolo si capisce che qui niente è come sembra.
Nel mondo dell’Eurovision, dove spesso si punta su effetti speciali e testi universali, Tommy ha scelto la via più assurda e, forse proprio per questo, più geniale. “Bevo tanti espressi macchiati”, ha dichiarato come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ma sarà davvero solo un vezzo o si nasconde un rituale da supereroe undergound?
Conoscendolo, l’ipotesi del rituale magico non è da scartare. D’altronde, Cash non è nuovo a trovate che sfidano la logica. I suoi videoclip sembrano cortometraggi distopici diretti da un David Lynch sotto ketamina, i suoi outfit sembrano usciti da un incubo fashion ambientato in una palestra anni ’90, eppure tutto funziona. E affascina. Perché dietro la follia apparente c’è sempre una coerenza artistica ferrea, che flirta con l’assurdo ma non scade mai nel banale.
La partecipazione di Tommy all’Eurovision è già di per sé un evento. Lui che ha sempre vissuto ai margini del mainstream, ora si trova al centro del palco europeo più pop di tutti. Ma se c’è qualcuno che può ribaltare le regole del gioco senza perdere un colpo – né una goccia di schiuma del suo macchiato – è proprio lui.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla sua esibizione? Difficile dirlo. Potrebbe presentarsi vestito da tazzina, accompagnato da ballerini-baristi e una coreografia a base di cucchiaini d’oro. Oppure, con la sua consueta ironia, potrebbe trasformare il caffè in una metafora della società post-capitalista. O forse semplicemente urlerà “MACCHIATO!” mentre l’Europa intera si chiede se sia uno slogan, un invito o un messaggio in codice.
E se a qualcuno l’idea può sembrare stramba, meglio così. Perché Cash non è qui per piacere a tutti, ma per svegliarci dal torpore dell’omologazione. E magari, nel frattempo, offrirci anche un caffè.
Eurovision, preparati: Tommy Cash sta arrivando. E ha appena ordinato il quinto macchiato.
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