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Dazi USA
15 Aprile 2025 - 13:25
Una corona di fiori, l’inchino di rito e la scritta a caratteri dorati: "Lunga vita al grande leader del Vietnam, il Presidente Ho Chi Minh". A prima vista, sembra solo un gesto diplomatico. Ma sotto quel silenzio cerimoniale, Xi Jinping sta tracciando una nuova mappa del potere asiatico — e non è un caso che la traiettoria disegni una traiettoria lontana da Washington.
Nel secondo e ultimo giorno di visita di Stato in Vietnam, Xi ha scelto simboli e parole per lanciare messaggi pesanti. Affiancato dal segretario del Partito comunista vietnamita To Lam, il leader cinese ha evocato “la stabilità del sistema globale di libero scambio” e ha invitato Hanoi a “resistere alle prepotenze unilaterali”. Traduzione: un fronte comune per disinnescare le bombe tariffarie di Donald Trump, che dal suo pulpito elettorale spara a zero.
E la risposta di Trump non si è fatta attendere: “Non biasimo la Cina. Né il Vietnam. Ma sì, stanno cercando di fregare gli Stati Uniti. Meraviglioso”, ha detto con la sua consueta ironia tagliente. Il tutto mentre a Pechino già si brinda a un’operazione diplomatica dal peso miliardario.
Infatti, sono 45 gli accordi firmati tra Cina e Vietnam, con focus su AI, pattugliamenti marittimi congiunti, sicurezza delle catene di approvvigionamento e sviluppo infrastrutturale. Il colpo grosso? Un mega progetto ferroviario da 8 miliardi di dollari che collegherà la città portuale di Haiphong al confine cinese. Un binario strategico, commerciale e geopolitico.
Ma Xi non si ferma. In serata ha lasciato Hanoi diretto in Malaysia, dove ad attenderlo c’era già il premier Anwar Ibrahim. A Putrajaya sventolano le bandiere rosse con le stelle gialle, e il clima è da fratellanza asiatica: “Scambi culturali, apprendimento reciproco, prosperità condivisa”, le parole con cui il premier malese ha accolto la “visione” cinese.
Prossima fermata: Cambogia.
Obiettivo finale: rafforzare l’influenza cinese nel Sud-Est asiatico, rintuzzare gli assalti statunitensi e costruire un blocco alternativo. E in questo risiko del potere globale, Xi gioca di anticipo. Con eleganza. Ma anche con una strategia che non lascia spazi vuoti.
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