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Televisione
15 Aprile 2025 - 22:10
Filippo Bisciglia
“Mi vengono i brividi a raccontarlo”, sussurra Filippo Bisciglia, mentre rievoca uno dei momenti più difficili della sua vita. Ospite di Alessia Marcuzzi nel programma Obbligo o Verità, il volto storico di Temptation Island ha scelto di aprirsi come mai prima, svelando una doppia prova estrema vissuta in giovane età: una rara malattia che lo ha immobilizzato da bambino e un incidente d’auto che ha rischiato di spegnere per sempre la sua luce.
Tutto comincia da piccolo, quando tra i 2 e i 4 anni, Filippo convive con una diagnosi rara: il morbo di Perthes, una patologia dell’anca che colpisce i bambini e che lo costringe a non camminare per due anni interi.
“È stata tosta, ma mi ha fortificato”, ha detto Bisciglia. Nonostante la sofferenza, ricorda con affetto quegli anni trascorsi nel quartiere Portuense di Roma, accanto a “genitori meravigliosi” che non hanno mai smesso di fargli sentire il calore di una famiglia unita.
Ma è a 16 anni che la vita lo mette di fronte al dolore più grande. Dopo la perdita del nonno, Filippo è coinvolto in un terribile incidente stradale.
“Vidi la famosa luce bianca. Vidi mio nonno. Quando riaprii gli occhi ero in ospedale.”
Con il volto segnato da due fratture alla testa e la mandibola rotta, il giovane Filippo si ritrova in bilico tra la vita e la morte.
Un’esperienza che ancora oggi lo scuote e che lui stesso definisce un momento di salvezza inspiegabile:
“Stavo per morire. Ma qualcosa, o qualcuno, mi ha riportato indietro.”
Oggi, Filippo Bisciglia è al timone di Temptation Island da oltre 12 anni. Il programma lo ha consacrato come uno dei conduttori più riconoscibili della televisione italiana, ma dietro l’immagine pubblica si cela una sensibilità profonda, affinata proprio attraverso quelle ferite invisibili.
“I miei amici si confidano con me. Sono uno che sa ascoltare”, ha raccontato a Marcuzzi. E non è un caso che, proprio in uno show basato sull’emotività e sui sentimenti, l’ascolto sia diventato la sua arma vincente.
Ma la forza di Filippo non passa solo dalla resilienza. C’è anche una parte di lui che si affida ai riti, ai piccoli gesti che tengono insieme il filo del quotidiano. Come quell’accendino giallo, che da quattro anni sua madre gli regala e che per lui è diventato un portafortuna irrinunciabile.
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