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Cronaca

Bufera su Rocco Siffredi: “Per me è stato uno stupro”, accuse choc da tre attrici. Lui replica: “Tutto falso, ho le prove”

Nel mirino pratiche spinte e consenso sotto pressione. Il re del porno parla di congiura internazionale

Bufera su Rocco Siffredi: “Per me è stato uno stupro”, accuse choc da tre attrici. Lui replica: “Tutto falso, ho le prove”

Rocco Siffredi e Ophelia Dust

Una bufera scuote il mondo dell’hard italiano (e non solo): Rocco Siffredi è stato accusato da tre attrici — Lera, Gloria e Ophelia Dust — di abusi fisici e psicologici avvenuti durante e, in alcuni casi, anche fuori dal set. Le accuse, riportate in un servizio delle Iene andato in onda su Italia 1, sono pesantissime e stanno facendo il giro del mondo, alimentando un dibattito sempre più acceso sul tema del consenso nei contesti professionali estremi.

Le tre attrici parlano di episodi vissuti come veri e propri atti di violenza. Lera afferma di aver subito una pratica non autorizzata durante una ripresa, nonostante avesse espresso chiaramente la sua contrarietà. “Mi ha fatto qualcosa che io gli avevo proibito di fare. Mi è uscito il sangue”, ha raccontato con voce rotta.

Gloria descrive una scena di umiliazione, fatta di insulti e gesti che per lei non avevano nulla a che vedere con il consenso: “Dicevo di no, ma lui continuava. Mi sputava addosso. Per me è stato uno stupro davanti alle telecamere”.

Ophelia Dust, invece, denuncia un episodio che sarebbe avvenuto lontano dal set, in un contesto ancora più inquietante: “In quel momento non sapevo più se ero viva o morta. Mi sono dissociata. Non urlavo, non parlavo”.

Rocco Siffredi ha respinto con fermezza tutte le accuse, parlando apertamente di “congiura internazionale” contro di lui. “Non sono uno stupratore pervertito — ha dichiarato — forse in qualche scena sono stato esagerato, ma non ho mai costretto nessuna. Il mio modo di vivere il sesso è intenso, ma sempre consensuale”.

Secondo Siffredi, le dichiarazioni delle attrici sarebbero frutto di pressioni esterne, rivalità e tentativi di screditarlo. Ha inoltre annunciato di essere pronto a difendersi con chat, testimonianze e documenti: “Ho tutto per dimostrare che non è vero”.

Al centro della polemica c’è la pratica del “video consenso”, diffusa da decenni nell’industria del porno: si tratta di registrazioni effettuate prima delle riprese in cui le attrici dichiarano di accettare determinate pratiche. Secondo Siffredi e molti altri professionisti del settore, questi video garantiscono che nulla sia stato fatto senza autorizzazione.

Ma le attrici contestano duramente questa tesi: quei video, sostengono, non hanno alcun valore se girati sotto pressione psicologica o in situazioni economiche fragili, e non giustificano il superamento dei limiti pattuiti durante l’azione.

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