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18 Aprile 2025 - 11:45
Vino
Pasqua oltre uova e colombe: è un rito collettivo di sapori e convivialità, un momento perfetto per stupire amici e parenti anche con scelte di bottiglia fuori dall’ordinario. Il vino, in questo scenario, è molto più di un accompagnamento: è il protagonista silenzioso che lega piatti, conversazioni e ricordi. E allora perché non osare con etichette sorprendenti, capaci di raccontare storie, territori e visioni nuove?
Dal primo brindisi all’ultimo sorso, ecco una selezione pensata per ogni fase del pranzo pasquale. Il comune denominatore? Stupire. Con gusto.
Per l’aperitivo, chi cerca leggerezza e originalità può partire con Fossimare Altadonna, un bianco toscano “ultraleggero” (solo 9° alcolici), vinificato in anfora. Agrumi, fiori bianchi e una spinta minerale perfetta per aprire le danze.
Chi preferisce le bollicine, non può ignorare Collection 245 di Louis Roederer: uno Champagne raffinato, figlio di una filosofia che fonde rigore e creatività. Effervescenza fine, note di frutta gialla e mandorle, freschezza cesellata: un inizio regale.
A chi ama l’aperitivo con un twist esotico, consigliamo il Komasa Gin Komikan, dry gin giapponese al mandarino Sakurajima, dolce e aromatico, perfetto in un Gin Tonic agrumato e delicato. Oppure, per chi opta per un brunch di Pasquetta con Bloody Mary, l’ingrediente speciale è la White Birch Gold Vodka, distillato siberiano alla linfa di olivello spinoso: storia, potenza e nobiltà zarista in un bicchiere.
Il pranzo entra nel vivo, e con esso anche i bianchi si fanno più strutturati. Salina Bianco 2023 di Hauner, dalle Isole Eolie, è un inno al Mediterraneo: Inzolia e Catarratto su suolo vulcanico, con note di mela verde, susina e mimosa. Fresco, sapido e minerale, è l’abbinamento ideale per antipasti e primi piatti a base di pesce o verdure primaverili.
Quando arrivano le carni – arrosti, agnello o piatti regionali – servono vini all’altezza. Il Badia a Corte 2020 di Torre a Cona, Chianti Colli Fiorentini Riserva, è un Sangiovese in purezza elegante e deciso, con tannini setosi e profumi di viola e tabacco dolce. Una scelta raffinata, che racconta la Toscana con sobrietà e profondità.
Se l’obiettivo è stupire davvero, il nome giusto è Réva Barolo DOCG: un Nebbiolo che incarna la nobiltà delle Langhe. Proveniente da cru selezionati di Monforte, Serralunga e Grinzane Cavour, affina in botti austriache e conquista con la sua complessità e coerenza territoriale.
Pasqua chiama cioccolato e colomba. Per accompagnarli, la via più affascinante è quella dei distillati. Il Rum Hampden 1753, prodotto in small batch in Giamaica, offre un’esplosione tropicale di ananas, banana, spezie e agrumi: intenso ma accessibile, con una gradazione moderata (46%).
In alternativa, il Mater Rum siciliano della Distilleria Alma racconta una storia di recupero e visione: canna da zucchero reintrodotta nella Val di Noto, fermentazioni lente e distillazione in rame. Il risultato? Un rum elegante, dalle note floreali e vegetali, capace di sorprendere anche i puristi.
Gli amanti del whisky trovano invece nel The Dalmore una garanzia di classe: botti rare di sherry Matusalem e una firma riconoscibile per chiudere il pranzo in modo memorabile.
E se qualcuno preferisce restare nei confini della tradizione, ma con un tocco vintage, l’Amaro del Chianti è la risposta giusta: una ricetta contadina riscoperta, tutta erbe e ricordi, da gustare ghiacciato o come base per cocktail digestivi.
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