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Alimentazione
24 Aprile 2025 - 23:45
Negli ultimi anni si è parlato molto della curcuma, spesso definita superfood elogiata per i suoi numerosi effetti benefici. Ma quando una sostanza diventa troppo popolare si rischia di confondere il valore scientifico con le semplificazioni del marketing. Per fare chiarezza ha parlato Carlotta Gnavi, farmacista, divulgatrice ed esperta in medicina complementare, autrice del volume Superimmunità (Piemme, 2024), punto di riferimento per chi cerca un approccio integrato alla salute.
La curcuma (Curcuma longa), detta anche zafferano delle Indie, è una pianta originaria dell’Asia largamente usata nella medicina ayurvedica. Il principio attivo più noto è la curcumina contenuta soprattutto nel rizom ovvero la radice. “Si contano oltre 300 attività biologiche dimostrate”, spiega Gnavi, “tra cui proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, immunomodulanti e neuroprotettive”. A differenza dei farmaci antinfiammatori tradizionali, la curcuma modula l’infiammazione senza eliminarla del tutto. È utile in caso di dolori muscolari, cefalee, patologie infiammatorie croniche (come Crohn e rettocolite ulcerosa) e perfino per contrastare la cosiddetta “infiammazione silente” che può contribuire allo sviluppo di malattie degenerative.
La curcuma protegge il sistema nervoso grazie alla riduzione dello stress ossidativo e alla stimolazione del BDNF, una proteina fondamentale per la nascita di nuovi neuroni. Alcuni studi ne indagano il potenziale preventivo contro malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Importante anche la sua azione sul sistema immunitario che viene riequilibrato (non solo stimolato) e supportato nella produzione di anticorpi. Le sue proprietà antimicrobiche la rendono utile sia in prevenzione che in affiancamento a terapie tradizionali.
Nel campo oncologico, la curcumina si è dimostrata attiva in tutte e tre le fasi dello sviluppo tumorale: previene la formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi), stimola enzimi antitumorali e favorisce l’apoptosi (la morte programmata delle cellule tumorali). Le evidenze più promettenti riguardano i tumori a colon-retto, prostata, fegato, stomaco e seno. In studi clinici un grammo di curcumina ha mostrato efficacia paragonabile a 20 mg di fluoxetina suggerendo un’azione sinergica quando i due vengono associati. Inoltre la curcuma lega e facilita l’eliminazione dei metalli pesanti (come l’alluminio) e migliora l’equilibrio del microbiota intestinale stimolando la crescita di batteri benefici.
Pur essendo inserita dalla FDA tra le sostanze GRAS (Generally Recognized As Safe), la curcuma non è priva di effetti collaterali:
Può interferire con anticoagulanti e farmaci ipoglicemizzanti
Può ridurre l’assorbimento del ferro, e va usata con cautela in caso di anemia
Controindicata in caso di calcoli biliari, poiché stimola il flusso della bile, con rischio di dolori o complicazioni
Il problema principale è la scarsa biodisponibilità della curcumina: viene assorbita con difficoltà e metabolizzata rapidamente dal fegato. Per migliorarne l’efficacia va associata al pepe nero che contiene piperina o a grassi buoni come olio d’oliva o di cocco.
Meglio ancora, affidarsi a integratori avanzati (a base di nanoparticelle, liposomi o fitosomi) che ne garantiscono un rilascio più stabile e prolungato fino a 24 ore.
Curcuma in polvere: va aggiunta a fine cottura in zuppe e minestre, meglio con un grasso e un pizzico di pepe nero.
Rizoma fresco: come lo zenzero, può essere affettato e inserito in estratti.
Golden milk: una bevanda con latte vegetale, curcuma, pepe nero e miele (meglio se non pastorizzato).
Miele + curcuma: una combinazione efficace, ideale per rinforzare il sistema immunitario.
Integratori: 1 grammo di curcumina al giorno è generalmente sufficiente; la soglia massima è di 8 grammi.
Attenzione: 10 grammi di curcuma in polvere contengono circa 0,9 grammi di curcumina, mentre 32 grammi di radice fresca ne contengono lo stesso quantitativo.
Per ottimizzare i benefici meglio suddividere l’assunzione nell’arco della giornata soprattutto in caso di utilizzo terapeutico.
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