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Gravidanze all'epoca dei social

"La gravidanza non è uno scoop": Aurora Ramazzotti e il diritto delle donne al silenzio

Dopo la rivelazione non autorizzata della gravidanza di Giulia De Lellis, Ramazzotti rompe il silenzio e denuncia l’invadenza del gossip sulla maternità

"La gravidanza non è uno scoop": Aurora Ramazzotti e il diritto delle donne al silenzio

Nel mondo dello spettacolo, dove ogni gesto può diventare titolo da prima pagina, esiste ancora uno spazio inviolabile per la privacy, soprattutto quando si parla di maternità? Aurora Ramazzotti, figlia di Eros e Michelle Hunziker, ha scelto di rompere il silenzio e prendere posizione su un tema che la tocca nel profondo: la violazione sistematica della riservatezza delle donne nei momenti più delicati della loro vita.

L’occasione è arrivata con la pubblicazione delle foto che rivelano la gravidanza di Giulia De Lellis, influencer e volto amatissimo dal pubblico, in dolce attesa del primo figlio con Tony Effe. Uno scoop, come si dice in gergo. Ma anche uno strappo, secondo Aurora. Perché di fronte a un momento così personale, intimo e fragile, come l’inizio di una gravidanza, il sensazionalismo dovrebbe forse lasciare spazio all’empatia.

Aurora ha affidato a Instagram parole che pesano come pietre: “Vi siete mai chiesti perché una donna non parla della gravidanza prima del terzo mese?” — domanda retorica ma pungente.

Lo sfogo dell'influencer sulle sue storie di instagram

Il punto centrale del discorso di Ramazzotti non riguarda solo sé stessa, né solo De Lellis. È il sistema intero a essere messo in discussione: quello che presume che il corpo di una donna famosa sia automaticamente patrimonio pubblico; che banalizza l’attesa e la maternità; che trasforma la notizia in intrattenimento, senza chiedersi quali siano i costi emotivi e psicologici per chi ne è protagonista.

“Non avviene lo stesso quando un uomo famoso si ammala”, osserva Aurora, e il confronto è spiazzante ma efficace. La salute e le emozioni delle donne sembrano ancora essere soggette a un diritto di cronaca ipertrofico, che dimentica il rispetto e la dignità.

Aurora, che ha vissuto in prima persona l’invadenza della stampa durante la sua gravidanza, denuncia un accanimento che non è solo sgradevole, ma anche pericoloso. “Non potete mai sapere il perché del silenzio di una donna”, scrive. E ci ricorda che dietro le immagini filtrate e i sorrisi social esistono storie complesse, spesso fragili, che meritano delicatezza.

Il suo sfogo si conclude con un appello: smettere di giustificare tutto con il famigerato “è il prezzo da pagare” per la notorietà. Perché la fama non dovrebbe mai annullare l’umanità. E se non lo faremmo a nostra sorella o alla nostra amica, perché accanirci con chi semplicemente ha scelto di proteggere il proprio tempo, il proprio corpo e il proprio bambino?

Forse è tempo di rivedere le regole non scritte del gossip, di restituire spazi di intimità a chiunque — famoso o meno — si trovi a vivere momenti di vita che richiedono rispetto più che attenzione. 

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