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Mangiare bene non significa eliminare tutto: ecco quando ha davvero senso dire addio a glutine e lattosio

La chiave sta nella personalizzazione e nella diagnosi medica

Mangiare bene non significa eliminare tutto: ecco quando ha davvero senso dire addio a glutine e lattosio

Foto di repertorio

Negli ultimi anni sono diventati i bersagli alimentari più gettonati: glutine e lattosio. Sui social, nei supermercati e nelle conversazioni tra amici, eliminare questi due elementi è spesso percepito come una scelta di benessere, il primo passo verso una vita più sana, snella ed energica. Ma davvero togliere pane e latte dalla propria alimentazione è la strada giusta per tutti? La scienza, con dati alla mano, invita alla cautela.

Il lattosio è lo zucchero naturale del latte. In chi soffre di intolleranza – a causa della carenza dell’enzima lattasi – può provocare fastidi come gonfiore, crampi, nausea o diarrea. In questi casi, ridurre o eliminare i latticini può essere una scelta necessaria, affiancata da valide alternative: latte delattosato o bevande vegetali arricchite di calcio.

Ma se il corpo non dà segnali di disagio, non c'è motivo di privarsi di un gruppo alimentare ricco di nutrienti essenziali. Il rischio, altrimenti, è quello di cedere a una restrizione inutile e potenzialmente dannosa.

Anche il glutine, proteina contenuta in grano, orzo e segale, è finito sotto accusa. Chi soffre di celiachia, una patologia autoimmune, deve assolutamente evitarlo: anche minime tracce possono danneggiare l’intestino. Esistono poi persone con sensibilità al glutine non celiaca, che manifestano disturbi simili e trovano sollievo eliminandolo.

Ma per tutti gli altri? Nessuna evidenza scientifica dimostra benefici legati alla sua esclusione. Anzi, una dieta senza glutine non necessaria può risultare squilibrata, carente di fibre, vitamine e minerali, e perfino più ricca di grassi e zuccheri aggiunti.

La narrazione popolare vuole che rinunciare a glutine e lattosio faccia dimagrire o aumenti l’energia. In realtà, spesso è vero il contrario: molti prodotti "senza" contengono più zuccheri, grassi o additivi per rendere appetibili le ricette modificate. Il risultato? Non sempre si mangia meglio, e talvolta si peggiora l’apporto nutrizionale.

La chiave sta nella personalizzazione e nella diagnosi medica. Glutine e lattosio vanno eliminati solo quando vi è una condizione clinica accertata, come celiachia, sensibilità o intolleranza. Chi accusa disturbi digestivi frequenti dovrebbe rivolgersi a un nutrizionista o a un medico, evitando il fai da te che, oltre a non risolvere il problema, rischia di crearne di nuovi.

In definitiva, la vera dieta salutare non è quella che esclude, ma quella che include con consapevolezza: ascoltare il proprio corpo sì, ma senza cedere ai miti. E soprattutto, senza perdere di vista ciò che conta davvero: l’equilibrio.

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