l'editoriale
Cerca
Curiosità
04 Maggio 2025 - 21:00
Cambiare capitale non è una scelta banale. Dietro c’è sempre una spinta forte, spesso legata a cambiamenti politici radicali, strategie di potere o necessità logistiche. L’Italia lo sa bene: in poco più di un decennio, ha visto la sua capitale passare da Torino a Firenze, per poi stabilirsi a Roma. Ma perché succede? E perché non solo in Italia? Partiamo proprio da casa nostra.
1861: Torino capitale del neonato Regno d’Italia. Non fu una scelta neutra: Torino era il cuore del Regno di Sardegna, la culla del Risorgimento, la base del potere sabaudo. Ma non bastava.
Appena dieci anni dopo, nel 1865, la capitale si sposta a Firenze. Un segnale politico preciso: spostare il centro verso sud, in attesa di completare l’unificazione con Roma.
E infatti, nel 1871, dopo la Breccia di Porta Pia e la fine del potere temporale del Papa, Roma diventa finalmente capitale. Non solo per centralità geografica, ma per il suo immenso valore simbolico: Roma è la città eterna, il cuore della storia italiana, l’eredità dell’Impero e della cristianità.
Quando (e perché) si cambia capitale: i motivi principali
Il caso italiano è emblematico, ma non unico. Ecco le principali ragioni per cui uno Stato può decidere di cambiare la sua capitale:
Motivazioni politiche o simboliche
Serve un nuovo inizio, un messaggio forte. È successo in Brasile, con il passaggio da Rio de Janeiro a Brasilia nel 1960: una città moderna, costruita da zero, nel cuore del Paese. Simbolo di progresso e unità.
Decentramento geografico e sviluppo
Spesso le capitali storiche sono troppo a nord, a sud o sulla costa. Spostarle significa riequilibrare lo sviluppo. In Nigeria, ad esempio, la capitale è passata da Lagos a Abuja, più centrale e meno congestionata.
Sicurezza e stabilità
Alcuni Stati hanno cambiato capitale per allontanarsi da aree ad alto rischio. È il caso del Kazakhstan, che ha spostato la capitale da Almaty a Nur-Sultan (ex Astana) per motivi strategici e difensivi.
Cause ambientali o demografiche
Ci sono città diventate ingestibili, inquinate, o a rischio naturale. Il governo dell’Indonesia ha deciso di trasferire la capitale da Jakarta a una nuova città in costruzione, Nusantara, per sfuggire all’inquinamento e all’innalzamento del mare.
Oggi, cambiare capitale è una mossa che guarda lontano: i governi la usano per rilanciare l’identità nazionale, per spingere la crescita in territori dimenticati o per creare smart cities da zero, sostenibili e tecnologiche.
E l’Italia? Roma rimane salda, ma non sono mancati – in passato – idee di capitali alternative, specie in epoca fascista o in tempi di crisi istituzionale. Un esempio? Salò, capitale della Repubblica Sociale Italiana.
Non è solo logistica, è strategia. È narrazione. È potere. Ogni capitale scelta racconta qualcosa di preciso sul presente e sul futuro di una nazione. E ogni volta che una bandiera si sposta da una città all’altra, dietro c’è una mossa politica, simbolica o strategica.
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Amministratore unico e responsabile trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..