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05 Maggio 2025 - 05:00
Harry e Meghan bocciati dal tribunale di Londra
Se non è la pietra tombale sui rapporti tra il principe Harry e il resto della Royal Family le somiglia comunque molto. Perché uno dei motivi per cui lui non è mai tornato per più di un giorno in patria e mai insieme a Meghan con i figli è la presunta insicurezza che lo metterebbe in pericolo. Quando hanno rinunciato ai privilegi della Corona per andarsene negli Stati Uniti, di fatto sono diventati quasi comuni mortali e così continuerà ad essere dopo la sentenza della Corte d'Appello di Londra che ha messo fine alla vicenda.
Nessuna scorta per Harry e la sua famiglia, almeno non di diritto. Il tribunale ha rigettato il ricorso dei suoi avvocati contro la decisione presa tempo fa dal ministero dell'Interno britannico che aveva revocato il diritto automatico alla tutela di polizia durante le visite nel Regno Unito, dopo la rinuncia al ruolo attivo di membro della casa Windsor.
Gli avvocati puntavano su una possibile discriminazione di Harry rispetto ad altri reali e in effetti parzialmente è stata riconosciuta. Il presidente del collegio giudicante ha sottolineato leggendo la sentenza come lo status della sua protezione sia stato modificato come non era mai successo prima dall'organismo del ministero dell'Interno. E è anche vero che a Harry sia stato riservato un trattamento inferiore rispetto ad altri familiari del suo rango. Ma queste motivazioni non bastano a sostenere la contestazione legale sul provvedimento. La decisione dello stesso Harry di abbandonare la residenza permanente nel Regno Unito e la rinuncia agli impegni pubblici attivi di rappresentanza della monarchia sono state decisive.
In ogni caso il ministero ha garantito che la tutela gli sarà assicurata caso per caso, sulla base di una valutazione oggettiva di eventuali pericoli, tutte le volte che il duca sbarcherà in Gran Bretagna da solo o con Meghan e i figli, Archie e Lilibet.
Il duca, che ha assistito alle precedenti udienze ma non era presente questa volta, ne ha sempre parlato come una questione di principio: «Il Regno Unito resta casa mia ed è cruciale come parte del retaggio dei miei figli. Ma non è possibile frequentarlo senza tutele certe», aveva spiegato prima della sentenza. Nel suo mirino non c'è tanto il pericolo di attentati, quanto piuttosto l'invadenza di giornalisti e paparazzi nella sua vita. Quanto successo alla madre, causa anche della sua prematura morte lo ha segnato per sempre e dimenticare non è facile. Al momento quindi si gode l’esilio in California.
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