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Perché alcuni ricordano i sogni meglio di altri? Scopri i segreti dietro la memoria onirica

Dallo studio sul sonno alle tecniche per ricordare i sogni: scopri cosa influenza la memoria onirica e come migliorare la tua capacità di ricordare

Perché alcuni ricordano i sogni meglio di altri? Scopri i segreti dietro la memoria onirica

Persona addormentata

Sognare è un fenomeno universale, ma non tutti riescono a ricordare quello che accade nelle loro menti durante il sonno. Alcuni si svegliano con un ricordo vivido dei propri sogni, mentre altri non riescono nemmeno a rievocare la minima traccia. Perché? Un recente studio condotto dalla Scuola IMT Alti Studi di Lucca e dall'Università di Camerino, ha cercato di fare luce su questo mistero, rivelando alcuni fattori interessanti che determinano la capacità di ricordare i sogni.

I sogni non sono solo il frutto di una mente che gioca durante il sonno; sono influenzati dalla vita quotidiana, dai ricordi, dalle preoccupazioni e dalle emozioni. La ricerca, pubblicata sulla rivista Communications Psychology, ha coinvolto oltre 200 partecipanti di età compresa tra i 18 e i 70 anni, monitorando il loro sonno per un periodo di quattro anni. Utilizzando dispositivi indossabili e test psicometrici, i ricercatori hanno esaminato le fasi del sonno e i sogni raccontati dai partecipanti al risveglio, cercando di capire in quali fasi si verificano i sogni e come questi vengano memorizzati.

I risultati dello studio rivelano che non è un caso che alcune persone ricordino i sogni in modo dettagliato. Le caratteristiche comuni tra chi ricorda bene i sogni sono diverse. Ad esempio, i sognatori che tendono a essere più introspettivi, coloro che riflettono sui propri sogni durante il giorno, sono quelli che hanno più probabilità di ricordarli al risveglio. Inoltre, chi attraversa lunghe fasi di sonno leggero e chi dorme di più – come è accaduto per molte persone durante la pandemia di Covid – tende a conservare più facilmente i ricordi onirici.

I sogni si concentrano nella fase REM del sonno, quando l’attività cerebrale è particolarmente intensa. Secondo lo studio, coloro che vengono svegliati durante questa fase, che avviene prevalentemente nelle ore del mattino, ricordano con maggiore facilità i sogni. Questo perché la mente è più attiva e i sogni sono ancora “freschi” al momento del risveglio.

Uno degli aspetti più interessanti emersi dalla ricerca è che è possibile migliorare la memoria dei sogni con alcuni esercizi. La chiave per ricordare i sogni è concentrarsi sull’esperienza del sonno appena svegli, soffermandosi a riflettere su ciò che si è appena vissuto nella mente. I partecipanti dello studio si sono accorti che, semplicemente dedicando qualche momento al sonno appena trascorso, il numero di sogni ricordati è aumentato significativamente. Inoltre, imparare a “sognare a occhi aperti” durante il giorno, lasciando vagare la mente, la aiuta a sintonizzarsi meglio sui sogni durante la notte.

Lo studio ha anche posto una domanda interessante: sono i sogni che spingono le persone a diventare più introspettive, o è la riflessione sui sogni che porta a ricordarli meglio? La risposta non è semplice, ma ciò che è certo è che l’atteggiamento di chi è interessato ai propri sogni e cerca di capire il loro significato è fondamentale per conservare più facilmente questi ricordi.

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