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Sanità
07 Maggio 2025 - 22:05
Le aziende fornitrici di dispositivi medici sono sul piede di guerra dopo che il Tar del Lazio ha rigettato i ricorsi contro il meccanismo del payback che obbliga i produttori a restituire una percentuale di quanto incassato dalle aziende sanitarie che superano i tetti di spesa. La norma, introdotta dal governo Renzi e applicata successivamente sotto la gestione Draghi, ha scatenato forti polemiche tra i produttori, che annunciano ulteriori ricorsi e temono gravi ripercussioni sul settore. In particolare le aziende evidenziano che la misura rischia di portare al collasso molte realtà produttive, costringendo alcuni a valutare il blocco delle forniture per gli ospedali.
Secondo la Federazione italiana fornitori in sanità (Fifo) di Confcommercio, questa situazione potrebbe danneggiare direttamente migliaia di pazienti, con un impatto negativo sulla disponibilità di dispositivi medici cruciali, tra cui ventilatori polmonari, stent coronarici, protesi ortopediche e dispositivi per la dialisi. Il Tar del Lazio ha emesso cinque sentenze che respingono i ricorsi delle aziende fornitrici, motivando la decisione con il fatto che il meccanismo del payback era già noto dal 2015 e che le aziende avrebbero dovuto orientare i propri comportamenti in base alla consapevolezza del rischio legato al superamento dei tetti di spesa. Le aziende, tuttavia, contestano queste argomentazioni, sostenendo di non essere in grado di prevedere la quota di compartecipazione alla spesa pubblica e di non aver avuto accesso alla spesa nazionale complessiva in dispositivi medici.
Ora le aziende sono chiamate a restituire circa 1 miliardo di euro per gli anni 2015-2018. In risposta alla sentenza, sette sigle rappresentative del settore hanno chiesto un intervento urgente del governo per evitare una crisi che potrebbe portare a una riduzione dei posti di lavoro, degli investimenti e del PIL. La presidente di Fifo Confcommercio, Sveva Belviso, ha avvertito che, senza un intervento immediato, le aziende potrebbero essere costrette a sospendere le forniture di dispositivi medici agli ospedali. Dal lato degli amministratori locali si celebra il consolidamento della giurisprudenza a favore del payback. Simone Bezzini, assessore regionale alla sanità della Toscana, ha commentato con soddisfazione il fatto che la sentenza confermi la legittimità dell’impianto normativo, ritenendo che il sistema sia giuridicamente solido e vantaggioso per il bilancio pubblico.
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