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Curiosità
13 Maggio 2025 - 21:00
C’è un angolo d’Italia dove l’amore non si racconta a parole, ma si intreccia tra i rami, sboccia in primavera e profuma di glicine. È a Peveragno, ai piedi della Bisalta, che vive – sì, vive – l’albero del cuore: una creatura a due anime, un glicine e un vecchio castagno abbracciati da una vita, come se si fossero scelti.
gni anno, con l’arrivo della primavera, questo prodigio fiorisce e incanta. E quest’anno lo ha fatto con uno slancio particolarmente generoso: grappoli viola in piena esuberanza, profumo inebriante nell’aria e una folla di volti incantati a fotografare, respirare, sorridere. Chi a piedi, chi in bici, chi in tandem – sì, anche l’amore a due ruote ha fatto tappa in via del Gavotto.
Dietro la cura, una storia familiare. Cinzia Garro, insieme ai fratelli Alda e Andrea, lo coccola come fosse di famiglia. Gli agronomi avevano proposto una leggera potatura per renderlo più folto. Ma i Garro non ci hanno pensato un secondo: “L’albero non si tocca.” E hanno avuto ragione. La sua forza sta proprio nella spontaneità, nella forma nata dal caso e dalla poesia della natura.
Quella stessa poesia che oggi si legge anche dall’alto: accanto al glicine, Cinzia ha seminato una frase, un regalo per occhi e cuori. “La vita è un fiore, abbine cura”. L’ispirazione? Una sera d’emozione a un concerto di Jovanotti, fiori sul palco e pensieri sulla fragilità della vita. Un gesto semplice, diventato manifesto esistenziale tra i filari.
Sui social, l'albero ha la sua pagina: “La storia d’amore tra il castagno e il glicine”. Un diario collettivo dove si postano scatti, si commenta, si sogna. Ma è dal vivo che succede la magia: sotto i rami intrecciati, i volti si accendono, le mani si stringono più forte. Alcune coppie hanno già scelto questo luogo per le foto di nozze: promesse tra petali, davanti a un amore che non ha bisogno di parlare.
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