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La guida al kpop
15 Maggio 2025 - 17:10
Il K-pop non è solo musica: è moda, danza, cultura pop, industria e identità nazionale. Se nomi come BTS, Blackpink o Stray Kids vi suonano familiari ma non sapete esattamente perché siano ovunque – niente paura. Il libro Breve Storia del K-pop di Ivan Canu (edito da Salani) è pensato proprio per chi vuole capirci qualcosa senza perdersi nei meandri di un mondo tanto affascinante quanto complesso.
Nato sull’onda degli idol giapponesi – giovani perfetti, sorridenti, senza scandali – il K-pop coreano ha preso quel modello e l’ha trasformato in un impero globale. Coreografie spettacolari, mix di generi musicali (dal pop all’hip-hop, dalla dance al jazz), testi pieni di frasi in inglese e un’immagine lucidata al millimetro: ogni dettaglio è studiato per il successo.
Ma dietro i palchi c’è molto altro. Le agenzie (le famose “Big Three” – SM, JYP e YG, poi seguite dalla Big Hit/HYBE) reclutano ragazzi giovanissimi, li allenano duramente per anni e li lanciano come vere e proprie “fabbriche di star”. L’immagine deve restare impeccabile, i fan devono sentirsi parte di un legame esclusivo – e qui entrano in gioco social, contenuti virali e fandom tra i più accesi al mondo.
Il successo del K-pop è parte della cosiddetta Hallyu – l’“onda coreana” che ha portato film, serie tv e musica made in Korea a conquistare l’Occidente. Dopo le Olimpiadi di Seul del 1988 e con l’arrivo di internet, il K-pop ha trovato il trampolino perfetto: da PSY a BTS, da Lady Gaga ai Coldplay che cercano featuring coreani, il salto globale è compiuto.
E se vi state chiedendo da dove è iniziato tutto, la risposta è: Seo Taiji and Boys, nel 1992. Sono loro a portare i primi elementi rap e rock nel pop coreano, spaccando il mercato e aprendo la strada a tutto ciò che è venuto dopo.
Tutto perfetto? Non proprio. Il libro non nasconde anche le critiche: allenamenti durissimi, pressioni psicologiche, vite ipercontrollate. A ciò si aggiungono fandom ossessivi e comportamenti tossici che hanno portato il governo coreano a intervenire con leggi anti-stalking.
Ma come sottolinea Canu, il giudizio va sospeso: non possiamo applicare i nostri standard occidentali senza capire la differenza culturale.
Impossibile citarli tutti, ma ecco un assaggio:
Pionieri: Seo Taiji and Boys, BoA, H.O.T, S.E.S.
Seconda ondata: TVXQ!, Super Junior, BigBang, Girls’ Generation
Nuova era: BTS, Blackpink, Seventeen, TXT, Enhypen, Stray Kids, Le Sserafim
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