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Televisione

Chi l’ha visto?: 36 anni di misteri, verità e un legame unico con gli italiani

Il programma di Federica Sciarelli, pioniere del true crime, unisce generazioni e coinvolge il pubblico nella ricerca delle persone scomparse

Chi l’ha visto?: 36 anni di misteri, verità e un legame unico con gli italiani

C’è chi, quando va in onda Chi l’ha visto?, disdice ogni impegno sociale. Il programma condotto da Federica Sciarelli, torna questa sera su Rai 3 con uno speciale sul delitto di Garlasco. Ma come riesce ad avere un pubblico che spazia dai Boomers alla Gen Z e discute del programma tanto su Facebook quanto su TikTok?

Chi l’ha visto? è molto più di un contenitore di cronaca nera e persone scomparse: è il vero pioniere del true crime in Italia, insieme a pilastri come Un giorno in Pretura, Blu Notte e Storie Maledette. È un viaggio dentro il male e il mistero quotidiano, capace di esplorare sia gli abissi più oscuri sia i lieti fini più inaspettati. Spesso, la macchina investigativa del programma ha rilanciato o risolto indagini su casi dimenticati, riportando alla luce verità importanti.

Nato nel 1989 come spin-off della rubrica Dove sei? di Portobello di Enzo Tortora, Chi l’ha visto? ha avuto tra i suoi volti storici Donatella Raffai, che ha legato il suo nome alla trasmissione fino al 1993. In quegli anni, il programma si concentrava quasi esclusivamente sulle persone scomparse, evitando di approfondire i casi di cronaca nera una volta che la scomparsa diventava un omicidio.

Dal 2004, sotto la guida di Federica Sciarelli, che ha anche rivisitato il format, il programma ha ampliato la sua linea editoriale includendo i cold case e le vicende di cronaca più note degli ultimi decenni. La conduzione di Sciarelli si distingue per toni asciutti e narrazione non spettacolarizzata, mantenendo saldo il coinvolgimento diretto del pubblico attraverso telefonate in diretta e una comunità attiva che collabora alla ricerca della verità.

Il successo di Chi l’ha visto? non si misura solo negli ascolti, ma nella fiducia che migliaia di famiglie ripongono nella trasmissione per ritrovare persone care scomparse. La trasmissione ha seguito casi emblematici come il delitto di Garlasco, il massacro del Circeo, la scomparsa di Emanuela Orlandi e il caso Sarah Scazzi, oltre a indagare sui superlatitanti di mafia come Matteo Messina Denaro.

La comunità di fan, nota come #chilhavisters, anima i social con commenti e iniziative, alimentando un interesse crescente verso il true crime e le storie di cronaca che Chi l’ha visto? racconta con rigore e umanità.

La celebre sigla del programma, Missing, è diventata un simbolo: ogni nota richiama sensazioni di speranza e inquietudine, un riflesso condizionato che anticipa storie di dolore, mistero e talvolta risoluzione. Guardare Chi l’ha visto? significa confrontarsi con l’Italia nelle sue forme più autentiche, con la consapevolezza che quel racconto fa male ma anche bene.

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