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Curiosità
26 Maggio 2025 - 14:30
Bichhiere generico di Starbucks
Può un ordine da Starbucks trasformarsi in propaganda? In Corea del Sud sì, tanto da spingere la celebre catena americana a vietare temporaneamente sei nomi dalla propria app: quelli dei candidati alle elezioni presidenziali del 3 giugno 2025.
Il motivo? Evitare che il momento del ritiro del caffè, quando il nome inserito viene letto ad alta voce dal barista, diventi un’occasione per lanciare messaggi politici in un clima già fortemente polarizzato.
La misura, valida fino alla fine delle elezioni, riguarda i sei principali candidati:
Lee Jae-myung (Partito Democratico, opposizione)
Kim Moon-soo (Partito del Potere Popolare, conservatori)
Lee Jun-seok
Kwon Young-kook
Hwang Kyo-ahn
Song Jin-ho
Indipendentemente dal fatto che si tratti di attivisti o semplici cittadini omonimi, nessuno potrà usare quei nomi per ordinare un caffè. L’algoritmo dell’app li bloccherà, come già accadeva con parole offensive o impronunciabili. Ma questa è la prima volta che il provvedimento tocca il linguaggio politico diretto.
La trovata – inizialmente ironica – era diventata una forma di micro-propaganda: inserire il nome di un candidato o uno slogan di parte per farlo risuonare nei locali frequentati, creando attenzione o provocazioni. Alcuni usavano il nome per manifestare sostegno, altri per lanciare messaggi critici. Una forma di marketing non autorizzato, ma difficile da controllare in tempo reale.
Starbucks, da sempre attenta alla neutralità commerciale, ha quindi scelto la linea dura. Nessuna tazza personalizzata con nomi di politici, almeno fino al giorno dopo il voto.
Le elezioni del 3 giugno si svolgono in un momento di grande fermento: il presidente uscente Yoon Suk-yeol (conservatore) osserva da vicino una sfida dominata da due figure forti. Da un lato Lee Jae-myung, esponente carismatico dell’opposizione; dall’altro Kim Moon-soo, volto dei conservatori e del potere attuale.
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