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26 Maggio 2025 - 16:20
Pinguini
Uno studio pubblicato su Communications Earth & Environment, potrebbe cambiare le carte in tavola rispetto al fenomeno dell'aumento delle temperature in Antartide. I soggetti protagonisti di questa ricerca sono gli animali che popolano questa zona, i pinguini.
Secondo quanto rivelato, il loro guano costituisce un fattore di mitigazione del calore, poiché contenente ammoniaca, una sostanza che contribuisce alla formazione delle nuvole. Questo avviene grazie alla reazione che si genera nel contatto tra l'ammoniaca e lo zolfo presente nei gas dell'atmosfera, facendo così aumentare la concentrazione di particelle su cui il vapore acqueo può condensare.
Le nuvole sono le barriere che fungono da schermo per i raggi solari, creando sollievo all'aumento del clima terrestre. Partendo dal presupposto che l'Antartide è priva di vegetazione rispetto alle regioni continentali, i composti organici volatili che essa produrrebbe in sua presenza vengono innescate da altri organismi, ovvero dal dimetilsolfuro (Dms) rilasciato dal fitoplancton (o, meglio, dall’acido solforico che a sua volta deriva dal Dms). L'ammoniaca presente negli escrementi dei pinguini, si è dimostrato essere in grado di stabilizzare i cluster di acido solforico, favorendo il processo di formazione del sistema alla base delle nuvole (l'aerosol).
Per quantificare l’effetto, il team di ricerca ha condotto uno studio tra il 10 gennaio e il 20 marzo 2023 nei pressi della stazione Marambio, nell’Antartide. L’osservazione si è concentrata su una colonia di circa 60.000 pinguini di Adelia (Pygoscelis adeliae), situata a otto chilometri dalla postazione di rilevamento.
Durante i periodi in cui il vento soffiava dalla direzione della colonia, la concentrazione di ammoniaca nell’aria aumentava fino a 13,5 parti per miliardo, un valore oltre mille volte superiore a quello di riferimento. Ancora più sorprendente è che la presenza di ammoniaca restasse elevata – oltre cento volte il valore base – anche settimane dopo la partenza dei pinguini.
I ricercatori hanno poi esaminato i parametri atmosferici per verificare se ci fosse effettivamente un collegamento tra la presenza di ammoniaca e la formazione delle particelle su cui può condensarsi il vapore acqueo. I dati hanno confermato che, con il vento proveniente dalla colonia, numero e dimensione delle particelle aumentavano sensibilmente. In alcuni casi, circa tre ore dopo il cambio di direzione del vento, è stata persino osservata la formazione di una nebbia, che gli autori ritengono legata all’innalzamento della concentrazione di aerosol.
“Questo dimostra un’importante connessione tra l’ecosistema e i processi atmosferici che influenzano il clima antartico”, si legge nello studio. Una scoperta che, oltre a offrire nuovi spunti nella comprensione dei meccanismi di regolazione climatica naturale, evidenzia l’importanza di considerare anche gli organismi viventi – nel caso specifico i pinguini – come elementi attivi nella dinamica atmosferica.
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