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MUSICA & ASTRONOMIA

“Sul bel Danubio blu” viaggia nello spazio: il valzer di Strauss riparte dalle stelle

L’ESA celebra i 200 anni del compositore e rimedia a un’assenza storica: la mancata inclusione nel Disco d’Oro delle sonde Voyager

“Sul bel Danubio blu” viaggia nello spazio: il valzer di Strauss riparte dalle stelle

"Sul bel Danubio blu" non è solo uno dei brani più amati della musica classica. È un simbolo di grazia, movimento e armonia. E ora, a oltre un secolo e mezzo dalla sua creazione, il celebre valzer di Johann Strauss figlio è pronto a superare i confini del nostro pianeta e a risuonare nello spazio profondo.

Il prossimo 31 maggio, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) trasmetterà una versione preregistrata del brano per celebrare due importanti ricorrenze: il bicentenario della nascita di Strauss e i cinquant’anni dell’agenzia. Ma l’iniziativa ha anche un significato simbolico: si vuole rimediare a una dimenticanza storica, ovvero l’esclusione del valzer dal Golden Record, il disco d’oro che la NASA inviò nello spazio con le sonde Voyager nel 1977.

La trasmissione partirà dall’antenna ESA di Cebreros, in Spagna, che compie vent’anni ed è parte della rete di comunicazione Estrack. La versione del brano sarà eseguita dall’Orchestra Sinfonica di Vienna, che a sua volta festeggia 125 anni. A essere inviata nello spazio sarà la registrazione della prova generale del concerto previsto lo stesso giorno al Museo di Arti Applicate (MAK) di Vienna. Il concerto sarà seguito in diretta anche a Madrid, New York e Vienna, e trasmesso online su space.wien.info e Instagram.

Reso celebre anche grazie a "2001: Odissea nello spazio" di Stanley Kubrick, "Sul bel Danubio blu" è entrato nell’immaginario collettivo come colonna sonora dell’era spaziale. Eppure, al momento di scegliere i brani per il Golden Record delle Voyager, il valzer fu escluso. Un’assenza che ha sempre fatto discutere. Oggi, grazie alla collaborazione tra ESA e l’Ente per il Turismo di Vienna, quel vuoto viene finalmente colmato: la composizione trova il suo spazio – letteralmente – tra le stelle.

Il segnale, viaggiando alla velocità della luce, raggiungerà la Luna in un secondo e mezzo, Marte in quattro minuti e mezzo, Giove in poco più di mezz’ora. E arriverà a Voyager 1 – l’oggetto umano più distante dalla Terra – in circa 23 ore. Con questa trasmissione, il valzer di Strauss si aggiunge a una lista ristretta di brani già inviati nello spazio, tra cui "Across the Universe" dei Beatles (2008), "The Rain" di Missy Elliott (2024, verso Venere) e "Reach for the Stars" di Will.I.Am (2012, da Marte). Con questa trasmissione, l’ESA restituisce al valzer di Strauss il posto che gli spetta: non solo nella storia della musica, ma anche nel racconto dell’esplorazione spaziale.

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