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Agricoltura smart

VignaLab in Piemonte: quando la vigna incontra i droni

Tra tecnologia, agricoltura e sfide climatiche: così il Piemonte prova a coltivare il futuro. Ma tra sogni hi-tech e vuoti normativi, il vigneto 4.0 è ancora tutto da scrivere

VignaLab in Piemonte: quando la vigna incontra i droni

Non solo grappoli e tradizione: in Piemonte il vino si fa anche con rover e droni. Si chiama VignaLab – Il Vigneto del Futuro e si è svolto ieri tra i filari della Tenuta Cannona, in provincia di Alessandria, il primo laboratorio a cielo aperto sull’innovazione viticola. Un esperimento ambizioso che ha attirato oltre 600 partecipanti – tra cui 450 tecnici e agronomi – pronti a guardare in faccia il futuro del lavoro agricolo.

Dietro le quinte dell’evento, la Fondazione Agrion e il gruppo editoriale Edagricole. Sul campo, invece, c’erano i veri protagonisti: rover teleguidati, droni, strumenti digitali e nuove tecniche sperimentali per alleggerire il carico (fisico ed economico) di chi ogni giorno lavora la vigna. Una piccola rivoluzione agricola, che il Piemonte – terra di vino e tradizione – ha scelto di affrontare di petto.

“Stiamo scrivendo il futuro della viticoltura”, ha detto Paolo Bongioanni, assessore regionale all’Agricoltura. Ma per passare dalle parole al raccolto, serve più di un buon intento. Serve una normativa aggiornata, soprattutto per i droni, oggi ancora equiparati agli elicotteri: manovrabili solo da piloti con brevetto, e con regole ancora fumose su cosa, come e quanto possono irrorare.

Per ora, la normativa nazionale latita. Le competenze si intrecciano tra Masaf, Ministero dell’Ambiente e dei Trasporti, mentre le imprese agricole restano in attesa di un semaforo verde che ancora non arriva. Eppure i vantaggi non sono da poco: tempi e costi ridotti, rischi sul lavoro praticamente azzerati, maggiore precisione negli interventi.

“Va sbloccato tutto il prima possibile”, incalza Bongioanni, che promette di spingere per una regolamentazione chiara e accessibile anche ai piccoli produttori.

Ma l’innovazione, qui, non è solo una questione tecnologica. È anche una risposta obbligata ai cambiamenti climatici, sempre più imprevedibili. L’Unione Europea impone una stretta sull’uso degli agrofarmaci, e il settore deve farsi trovare pronto, con nuove soluzioni sul fronte genetico e agronomico.

Il Piemonte, dal canto suo, non vuole restare indietro: è in cantiere la nascita di un ente regionale dedicato all’innovazione agricola, sulla scia di quanto già fatto da Lombardia, Veneto e Lazio.

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