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La cura

Tumore al polmone, svolta nella cura dell’ALK-positivo: approvata in Italia la prima terapia mirata adiuvante

Il farmaco alectinib riduce del 76% il rischio di recidiva nei pazienti operati. Fondamentale l’uso precoce della diagnostica molecolare

Tumore al polmone, svolta nella cura dell’ALK-positivo: approvata in Italia la prima terapia mirata adiuvante

Un’importante innovazione terapeutica è stata appena approvata in Italia nella lotta al carcinoma polmonare non a piccole cellule ALK-positivo. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha ufficializzato la rimborsabilità del trattamento adiuvante con alectinib, il primo farmaco mirato per pazienti ad alto rischio di recidiva dopo l’intervento chirurgico. La pubblicazione è apparsa in Gazzetta Ufficiale, aprendo a una nuova prospettiva nella cura personalizzata.

Il carcinoma ALK-positivo è una variante relativamente rara, che colpisce spesso persone giovani e non fumatori. Proprio per le sue caratteristiche biologiche particolari, il rischio di recidiva resta elevato anche dopo l’asportazione completa del tumore. Lo studio clinico di fase III su cui si basa l’approvazione ha dimostrato che alectinib, un inibitore del gene ALK, riduce del 76% il rischio di recidiva o morte rispetto alla chemioterapia tradizionale.

Un altro elemento di rilievo emerso dallo studio è l’efficacia della terapia nel prevenire le metastasi cerebrali, una complicanza particolarmente temuta nei pazienti con questa forma di tumore. La capacità del farmaco di agire anche a livello del sistema nervoso centrale è stata accolta con entusiasmo dalla comunità scientifica. “Il carcinoma polmonare ALK-positivo è associato a un’elevata probabilità di recidiva. Disporre di una terapia mirata in fase adiuvante cambia radicalmente la gestione clinica”, spiega Filippo de Marinis, presidente AIOT e direttore dell’Oncologia Toracica all’Istituto Europeo di Oncologia.

La nuova terapia è un esempio concreto di medicina personalizzata, basata sulle caratteristiche genetiche del tumore. Tuttavia, la diffusione dei test per la traslocazione del gene ALK resta insufficiente. “Occorre rendere sistematico l’uso della diagnostica molecolare per identificare precocemente i pazienti candidabili a trattamenti mirati”, sottolinea Luisella Righi, docente di Anatomia Patologica all’Università di Torino.

Secondo Silvia Novello, professoressa ordinaria di Oncologia medica a Torino, il farmaco rappresenta “un cambiamento epocale” nella terapia del tumore polmonare, specie per una popolazione spesso più giovane rispetto alla media dei pazienti oncologici. Questa approvazione segna dunque un passo decisivo verso cure sempre più su misura, più efficaci e meglio tollerate, grazie al progresso della ricerca e della diagnostica di precisione.

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