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Curiosità

La pietra della Statua della Libertà viene dal Piemonte? Il mistero di Rosazza

Un piccolo borgo alpino, cave dimenticate e una leggenda che porta fino a New York: la storia che (quasi) nessuno conosce.

La pietra della Statua della Libertà viene dal Piemonte? Il mistero di Rosazza

Nel cuore delle Alpi Biellesi, il piccolo borgo di Rosazza, spesso conosciuto per la sua affascinante aura esoterica e per le misteriose architetture massoniche volute dal senatore Federico Rosazza, cela una curiosità poco nota ma straordinaria: la presenza di cave di sienite, una roccia che avrebbe avuto un ruolo simbolico – e forse anche materiale – nella realizzazione di uno dei monumenti più iconici del mondo, la Statua della Libertà.

La sienite è una roccia magmatica effusiva, composta principalmente da feldspati e piccoli cristalli di minerali accessori. È nota per la sua resistenza, la compattezza e un aspetto generalmente chiaro o grigiastro, che la rende adatta per usi edili e scultorei.

A Rosazza, piccolo comune montano di meno di 100 abitanti, esistono antiche cave di sienite oggi perlopiù dimenticate.  L'estrazione di questo materiale era importante per le costruzioni locali, ma la sua qualità e la sua durevolezza ne facevano un minerale ricercato anche per usi simbolici e decorativi.

Si racconta che parte della sienite estratta da queste cave fu utilizzata nella realizzazione delle "pietre simboliche" della Statua della Libertà, in particolare nelle fondamenta o come elementi rituali durante la costruzione. Non si tratterebbe di grandi blocchi strutturali, ma di piccole pietre simboliche incastonate nella base o usate durante la cerimonia di posa della prima pietra.

Le fonti storiche su questo collegamento tra Rosazza e la Statua della Libertà sono frammentarie, ma la leggenda trova terreno fertile per due motivi principali:

  1. Federico Rosazza era un uomo di cultura, legato alla Massoneria e in contatto con circoli internazionali – compresi quelli francesi e americani – che parteciparono simbolicamente al progetto della statua donata dalla Francia agli Stati Uniti.

  2. La Massoneria, di cui anche Frédéric Auguste Bartholdi (lo scultore della statua) faceva parte, è famosa per l'inclusione di pietre simboliche in opere pubbliche, come gesto rituale di consacrazione e protezione.

Che si tratti di una verità documentata o di una suggestiva leggenda, resta il fascino di un possibile filo invisibile che collega Rosazza, con le sue cave silenziose e i suoi misteri montani, a New York, città simbolo di modernità e accoglienza.

Un piccolo frammento di una montagna piemontese potrebbe trovarsi, oggi, ai piedi della fiaccola più celebre del mondo. E questo, in ogni caso, è un motivo in più per visitare Rosazza, esplorarne i sentieri e riscoprire una storia che unisce mistero, pietra e libertà.

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