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Curiosità
01 Giugno 2025 - 21:08
Nel cuore delle Alpi Biellesi, il piccolo borgo di Rosazza, spesso conosciuto per la sua affascinante aura esoterica e per le misteriose architetture massoniche volute dal senatore Federico Rosazza, cela una curiosità poco nota ma straordinaria: la presenza di cave di sienite, una roccia che avrebbe avuto un ruolo simbolico – e forse anche materiale – nella realizzazione di uno dei monumenti più iconici del mondo, la Statua della Libertà.
La sienite è una roccia magmatica effusiva, composta principalmente da feldspati e piccoli cristalli di minerali accessori. È nota per la sua resistenza, la compattezza e un aspetto generalmente chiaro o grigiastro, che la rende adatta per usi edili e scultorei.
A Rosazza, piccolo comune montano di meno di 100 abitanti, esistono antiche cave di sienite oggi perlopiù dimenticate. L'estrazione di questo materiale era importante per le costruzioni locali, ma la sua qualità e la sua durevolezza ne facevano un minerale ricercato anche per usi simbolici e decorativi.
Si racconta che parte della sienite estratta da queste cave fu utilizzata nella realizzazione delle "pietre simboliche" della Statua della Libertà, in particolare nelle fondamenta o come elementi rituali durante la costruzione. Non si tratterebbe di grandi blocchi strutturali, ma di piccole pietre simboliche incastonate nella base o usate durante la cerimonia di posa della prima pietra.
Le fonti storiche su questo collegamento tra Rosazza e la Statua della Libertà sono frammentarie, ma la leggenda trova terreno fertile per due motivi principali:
Federico Rosazza era un uomo di cultura, legato alla Massoneria e in contatto con circoli internazionali – compresi quelli francesi e americani – che parteciparono simbolicamente al progetto della statua donata dalla Francia agli Stati Uniti.
La Massoneria, di cui anche Frédéric Auguste Bartholdi (lo scultore della statua) faceva parte, è famosa per l'inclusione di pietre simboliche in opere pubbliche, come gesto rituale di consacrazione e protezione.
Che si tratti di una verità documentata o di una suggestiva leggenda, resta il fascino di un possibile filo invisibile che collega Rosazza, con le sue cave silenziose e i suoi misteri montani, a New York, città simbolo di modernità e accoglienza.
Un piccolo frammento di una montagna piemontese potrebbe trovarsi, oggi, ai piedi della fiaccola più celebre del mondo. E questo, in ogni caso, è un motivo in più per visitare Rosazza, esplorarne i sentieri e riscoprire una storia che unisce mistero, pietra e libertà.
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