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Il Giappone a Hollywood
04 Giugno 2025 - 14:00
Gli appassionati di anime sanno bene che la magia che si sprigiona dalle storie giapponesi non si limita ai confini del piccolo schermo o delle pagine dei manga. Il fascino visivo e narrativo degli anime ha conquistato anche Hollywood, diventando una fonte di ispirazione per alcuni dei film più iconici degli ultimi decenni. Questi cinque film non solo devono molto agli anime, ma portano su grande schermo mondi e concetti che hanno radici profonde nella cultura giapponese. Ecco perché ogni appassionato di anime non può fare a meno di notare quanto questi capolavori abbiano plasmato la cinematografia occidentale.
1. "Pacific Rim": quando i Mecha dominano il mondo
Sembra che Guillermo del Toro abbia creato "Pacific Rim" proprio per tutti coloro che hanno sognato di salire a bordo di un gigantesco robot, pronto a sconfiggere mostri colossali. Il film non nasconde la sua ispirazione a "Neon Genesis Evangelion", uno degli anime più influenti di sempre ideato da Hideaki Anno. Immaginate Jaeger, enormi mecha pilotati da una coppia di operatori che si sincronizzano tramite un legame neurale: una scena che evoca immediatamente le battaglie tra esseri umani e Angeli in "Evangelion". Anche se "Pacific Rim" ha un ritmo più frenetico, l'energia visiva e l'intensità che sprigiona sono puro spirito anime, perfetto per gli amanti dei robottoni e delle sfide epiche tra macchine e mostri.
2. "Inception": viaggio nei sogni, ma con un precursore giapponese
Christopher Nolan ha incantato il mondo con "Inception", un film che gioca con la percezione della realtà e dei sogni. Ma prima di Nolan, Satoshi Kon aveva già intrapreso un viaggio psichedelico tra le pieghe della mente umana in "Paprika". La sua opera del 2006 ha mostrato una realtà dove i sogni possono deformarsi, crollare e mescolarsi in un turbinio di visioni oniriche, un’idea che Nolan ha ripreso con un’estetica e una struttura narrativa simile. La famosa scena in cui una città si piega su se stessa, quasi come un origami, non è altro che una riflessione visiva che Satoshi Kon aveva già messo in scena anni prima. "Paprika" è la chiave di lettura per chi cerca di scoprire i retroscena visivi di "Inception", ed è un must per chi ama i viaggi psicologici nei mondi del subconscio.
3. "Matrix": un mondo virtuale che deve tutto a Ghost in the Shell
Quando si parla di "Matrix", non si può non fare riferimento a "Ghost in the Shell", il film anime che ha influenzato profondamente le sorelle Wachowski. La scena della pillola rossa o blu, che simboleggia la scelta tra la realtà e l’illusione, ha un debito diretto con il mondo di Motoko Kusanagi, il cyborg protagonista del film anime del 1995. "Ghost in the Shell" esplora temi simili a quelli di "Matrix", come il confine tra uomo e macchina, l'identità e la coscienza in un mondo digitalizzato. Le Wachowski mostrarono "Ghost in the Shell" ai produttori per vendere l’idea di "Matrix", e il risultato è stato un capolavoro che ha plasmato la cultura cyberpunk globale. Se vi affascinano i mondi virtuali e le riflessioni filosofiche, "Ghost in the Shell" è la fonte che ha alimentato il mito di "Matrix".
4. "Black Swan": la paranoia e la frammentazione dell’identità
In "Black Swan", il balletto classico si trasforma in un incubo psicologico che sfida i confini della realtà. L'intensa interpretazione di Natalie Portman nel ruolo di una ballerina ossessionata dal ruolo principale di "Swan Lake" riecheggia profondamente il capolavoro inquietante di Satoshi Kon, "Perfect Blue". In entrambi i casi, vediamo una figura femminile che perde il contatto con la propria identità, intrappolata tra il desiderio di perfezione e la discesa in un mondo di paranoia e confusione. "Perfect Blue", un thriller psicologico che esplora le difficoltà di una pop idol, è una delle opere più disturbanti di Kon, e la sua influenza su "Black Swan" è innegabile. Entrambi i film affrontano il fragile equilibrio tra realtà e illusione, e la disintegrazione dell’identità come tema centrale.
5. "Chronicle": l’adolescenza e i poteri psichici, tra Akira e superpoteri
Cosa accade quando tre adolescenti ottengono poteri psichici? La risposta la troviamo in "Chronicle", dove il confine tra bene e male si sfuma in un’esplosione di potere incontrollabile. E se vi sembra di aver già visto qualcosa di simile, è perché "Akira", l’anime cult di Katsuhiro Otomo, ha esplorato la stessa tematica anni prima, ma in un contesto distopico e futuristico. "Akira" ha mostrato il dramma di Tetsuo, un ragazzo che acquisisce poteri psichici devastanti, sfociando in una spirale di violenza. La Tokyo post-apocalittica di "Akira" e il Seattle di "Chronicle" sono ambientazioni differenti, ma la crisi adolescenziale e l’esplosione del potere giovanile restano un tema centrale. La somiglianza tra i due film è evidente, e Josh Trank, regista di "Chronicle", non ha mai nascosto l'influenza diretta di "Akira" sulla sua pellicola.
Che si tratti di robottoni colossali, sogni che sfidano la realtà o poteri psichici fuori controllo, gli anime hanno contribuito in modo determinante a plasmare la cinematografia moderna. Film come "Pacific Rim", "Inception", "Matrix", "Black Swan" e "Chronicle" non sarebbero mai esistiti senza l'influenza dei capolavori giapponesi. E per gli appassionati di anime, è impossibile non riconoscere quel legame indissolubile che unisce il mondo del cinema occidentale a quello delle opere giapponesi. In fondo, gli anime sono il cuore pulsante che continua a battere anche sotto la lucente corazza hollywoodiana.
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