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Curiosità animalesche
04 Giugno 2025 - 17:50
È il vertebrato più longevo al mondo: lo squalo della Groenlandia (Somniosus microcephalus) può vivere oltre 400 anni, con il più anziano esemplare conosciuto datato intorno al 1505 (lo stesso periodo in cui Ludovico Ariosto stava scrivendo l’Orlando Furioso). Ma come è possibile che questa specie marina raggiunga simili età? Un nuovo studio genetico fornisce indizi preziosi.
Un team di ricercatori guidato dall’Università di Tokyo ha sequenziato per la prima volta in modo dettagliato il genoma dello squalo della Groenlandia, individuando una serie di tratti genetici che sembrano contribuire in modo decisivo alla sua eccezionale longevità.
Tra i principali elementi identificati ci sono geni legati alla riparazione del DNA, alla funzione immunitaria, alla protezione contro il cancro e alla riduzione dell’infiammazione. In particolare, i ricercatori hanno riscontrato un’elevata presenza di geni coinvolti nella segnalazione NF-κB, un processo chiave nel controllo dell’integrità cellulare. “Proponiamo che il classico percorso di segnalazione NF-κB sia cruciale per la longevità dello S. microcephalus, poiché regola funzioni essenziali come la proliferazione cellulare, la riparazione del DNA, l’apoptosi e la risposta immunitaria”, scrivono gli scienziati nello studio.
I ricercatori hanno prelevato campioni di tessuto da un esemplare femmina di squalo prima di rilasciarlo nuovamente in mare. Utilizzando una tecnica di sequenziamento ad alta fedeltà, sono riusciti a mappare l’86,5% del genoma codificante per le proteine. È emersa una maggiore quantità di copie geniche legate a processi vitali per la longevità rispetto ad altre specie di vertebrati dalla vita più breve.
Anche i geni responsabili dell’arresto della crescita tumorale sembrano avere un ruolo centrale. Il complesso bilanciamento tra protezione cellulare e longevità fa dello squalo della Groenlandia un caso unico nel regno animale.
Lo squalo della Groenlandia può raggiungere oltre sei metri di lunghezza e superare i 1.000 chilogrammi di peso. Tuttavia, non raggiunge la maturità sessuale prima dei 150 anni, un dato che lo rende particolarmente esposto agli effetti dell’attività umana e ai cambiamenti ambientali.
Per questo motivo, gli studiosi sottolineano l’importanza di approfondire la ricerca: “Futuri studi dovrebbero coinvolgere il sequenziamento di più individui provenienti da regioni oceaniche diverse, così da comprendere meglio le dinamiche genetiche della popolazione globale”, scrivono i ricercatori. Il genoma che abbiamo assemblato rappresenterà una risorsa fondamentale per gli studi futuri sulla longevità e sull’evoluzione dei vertebrati marini”.
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