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Scienziati ricreano la formula del più antico pigmento sintetico al mondo, dimenticata da 5000 anni

I ricercatori della Washington State University ricreano il Blu Egiziano, con sorprendenti potenzialità per la scienza moderna

Scienziati ricreano la formula del più antico pigmento al mondo, dimenticata da 5000 anni

Oggetto realizzato con il Blu Egiziano

Un team di ingegneri della Washington State University (WSU) ha finalmente ricreato la formula base del Blu Egiziano, il più antico pigmento sintetico del mondo, che da 5.000 anni era stato dimenticato. Questo pigmento, molto apprezzato nell’antichità per la sua somiglianza con il turchese e il lapislazzuli, non era più prodotto come una volta dal periodo Rinascimentale. Ora, grazie a una ricerca innovativa, i ricercatori hanno scoperto un processo che potrebbe non solo rivelare un antico segreto, ma anche avere applicazioni tecnologiche inaspettate nel 21º secolo.

Il Blu Egiziano veniva utilizzato per dipingere legno, pietra e un materiale simile alla cartapesta chiamato cartonnage. Tuttavia, il processo per creare questo pigmento non era mai stato registrato, lasciando agli studiosi solo le tracce visive nei manufatti egizi. In questo contesto, il team della WSU ha avviato il progetto per ricostruire la formula, con il supporto di ingegneri, mineralogisti ed egittologi, e collaborazioni con il Carnegie Museum of Natural History e lo Smithsonian’s Museum Conservation Institute.

L’esperimento ha portato alla luce una ricetta base variabile per il pigmento, che ha permesso di ottenere il colore tipico, ma con sfumature che andavano dal blu intenso al grigio o verde. Questo cambiamento dipendeva dai diversi metodi di preparazione utilizzati dai produttori antichi. I ricercatori hanno creato 12 diverse ricette di Blu Egiziano, tutte contenenti una combinazione di silice, rame, calcio e carbonato di sodio. Dopo aver riscaldato i campioni a temperature elevate, tra i 1000 gradi Celsius, e averli studiati con tecniche microscopiche avanzate, sono riusciti a confermare che piccole variazioni nel processo portavano a risultati di colore molto diversi.

Una delle scoperte più sorprendenti è stata che il blu più intenso si otteneva con una formulazione che includeva circa il 50% degli ingredienti che si pensava potessero essere nella ricetta. Questo ha dimostrato che, pur seguendo una formula di base, era possibile ottenere il Blu Egiziano in vari modi.

Inoltre, il team ha confermato che il Blu Egiziano possiede proprietà ottiche, magnetiche e biologiche che potrebbero avere applicazioni nella tecnologia moderna. La ricerca ha rivelato che il pigmento emette luce nell'infrarosso, una parte dello spettro elettromagnetico invisibile ad occhio nudo. Questa caratteristica potrebbe aprire nuove possibilità nell'uso del Blu Egiziano per la stampa di impronte digitali o per la produzione di inchiostri sicuri contro le contraffazioni. Inoltre, la chimica del pigmento è simile a quella dei superconduttori ad alta temperatura, suggerendo potenziali applicazioni nei dispositivi elettronici avanzati.

La scoperta di questa formula, che era stata persa per millenni, non solo rivela i misteri di una tecnologia antica, ma offre anche nuove opportunità per la scienza e l'innovazione tecnologica del futuro.

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