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Curiosità
05 Giugno 2025 - 22:00
Milano scala le classifiche e si piazza tra le cinque città più ambite dai super ricchi del mondo. A dirlo è il Barnes City Index 2025, la classifica redatta dalla prestigiosa Barnes International Realty, che ogni anno misura l’appeal delle città globali per gli Ultra-high-net-worth individuals (UHNWI): persone con un patrimonio investibile superiore ai 30 milioni di dollari. E no, non è solo questione di skyline o boutique griffate.
Nella top 5 del 2025 troviamo città che da sempre incarnano il sogno del lusso: Dubai, Monaco, Miami. Ma anche nomi più “insospettabili” come Madrid – in testa – e proprio Milano, salita di dodici posizioni in un solo anno. Un salto che fa rumore e che racconta molto del nuovo posizionamento internazionale della città meneghina.
Il segreto? Non solo moda e design. A convincere i paperoni a comprare casa a Milano è una somma di fattori strutturali e culturali: dal regime fiscale agevolato per chi trasferisce la residenza (la famosa flat tax che oggi può arrivare a 200.000 euro l’anno), alla posizione strategica che consente di avere mare e montagna a due ore di macchina, passando per eventi internazionali, infrastrutture moderne, scuole di qualità e – ovviamente – un’offerta culturale che sa mescolare glamour e sostanza.
Gli UHNWI non cercano solo lusso, ma anche autenticità e bellezza storica. E Milano offre entrambe. Le aree più richieste? Il Quadrilatero, Brera, Corso Magenta e le nuove zone come Porta Nuova. Case grandi, ai piani alti, con terrazzi panoramici, magari palestra e concierge h24. E se ci scappa pure una piscina privata, tanto meglio.
L’arrivo di questi investitori ha effetti concreti sul mercato. Secondo l’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate, nel 2024 il prezzo medio nelle zone “prime” ha superato i 13.000 euro al metro quadro, con picchi da 23.000 per gli immobili top di gamma. Ma il dato più interessante è che questa crescita trascina con sé l’intero mercato: anche gli immobili non di lusso stanno vedendo aumenti costanti.
Non è solo una questione immobiliare: la presenza di capitali internazionali può cambiare il volto di una città. Più investimenti nei servizi, nella mobilità, nel decoro urbano. Ma anche rischio di gentrificazione, perdita di accessibilità e di identità per alcuni quartieri. Un equilibrio delicato, che Milano dovrà imparare a gestire, soprattutto con le Olimpiadi invernali alle porte e un'immagine internazionale sempre più costruita su misura per il jet set.
Milano oggi è in vetrina. È bella, funziona e attrae. Ma per restare nella top 5 delle città dei super ricchi, dovrà fare i conti con le sue contraddizioni: tra lusso e sostenibilità, tra attrattività globale e inclusività locale. Perché essere desiderabili non basta: serve anche essere vivibili.
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