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Cocktail
09 Giugno 2025 - 11:05
Un tempo era facile orientarsi nel mondo degli alcolici: gin inglese, whisky scozzese, rum caraibico. Oggi, invece, quelle appartenenze suonano quasi anacronistiche. Tra cambiamenti climatici, globalizzazione e mercati in fermento, i distillati esplorano rotte nuove e inaspettate, spingendosi verso terre che fino a pochi anni fa sembravano lontane dal mondo della miscelazione.
Nei cocktail bar del 2025, infatti, spuntano sempre più spesso bottiglie provenienti da Asia, Europa orientale, Medio Oriente e Mediterraneo, con etichette pronte a conquistare bartender e appassionati. Ecco dodici distillati e liquori artigianali che stanno già ridisegnando la geografia del bere miscelato.
Shakara – Thailandia
Un rum tropicale d’autore, prodotto con canna da zucchero locale e invecchiato dodici anni in botti ex-bourbon. Il clima di Nakhon Pathom amplifica gli aromi: mango, miele e fico al naso, toffee e mandorla al palato.
Segretario di Stato – Italia
La Distilleria Poli firma un whisky di malto d’orzo affinato in botti di Amarone. Unisce torba, cioccolato, uvetta e spezie. Un outsider italiano che osa entrare nel pantheon della miscelazione internazionale.
Mother Mesccia – Principato di Monaco
Omaggio alla secolare “mesccia” monegasca, questo rum bianco è distillato tra Haiti e Monaco. Fresco e agrumato, è perfetto per un Daiquiri dal tocco storico.
Déjà-vu Oriental Aperitif – Francia
Un aperitivo speziato e floreale, con note di cardamomo, zenzero e pompelmo. Elegante e versatile, si presta a Spritz creativi e highball aromatici.
Yeranos – Armenia
Otto distillati di frutta, tra cui spicca quello di albicocca Shalakh, prodotto con acqua di sorgente e senza additivi. Purezza e tradizione dal cuore della valle dell’Ararat.
Kavalan Classic – Taiwan
Il single malt asiatico più premiato al mondo. Mango, cocco e vaniglia si fondono grazie all’invecchiamento accelerato dal clima umido di Yilan.
May Amaro – Vietnam
Un amaro etnobotanico con quindici piante locali e una base di riso e melassa. Nato da un progetto con i Red Dao, è perfetto per Negroni d’Oriente.
Vogis Gin – Armenia
Dalle montagne armene, un gin familiare reinterpretato con ginepro, lemongrass e rosa canina. Disponibile in tre varianti, tra cui Wild Cherry, è un distillato che racconta storie di radici e sperimentazione.
Nijitaki – Giappone
Distillato con yuzu, shikuwasa e pepe di Sichuan, questo gin giapponese bilancia agrumi e spezie in un profilo fresco e complesso, con finale elegante e persistente.
Votanikon – Grecia
Celebrando la biodiversità ellenica, Votanikon usa 20 botaniche autoctone. Il risultato è un gin che sa di sideritis, zafferano e camomilla: perfetto con tonica e olive.
Fundador Supremo – Spagna
Il brandy più storico di Jerez, invecchiato con metodo Solera in botti di sherry. Note di vaniglia, frutta secca e spezie dolci per un classico che si rinnova con la linea “Supremo”.
Santa Spina – Sicilia
Distillato dalle pale del fico d’India, un omaggio alle radici siciliane ispirato a mezcal e tequila. Disponibile in tre versioni: Cruda, Riposata e Fumigata, ciascuna con carattere deciso e identità distintiva.
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