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Insegnare
17 Giugno 2025 - 16:50
La professione docente in Italia non conosce crisi. In un Paese che denuncia da anni una cronica carenza di insegnanti, il richiamo della cattedra si fa sempre più forte: lo dimostrano i due maxi-concorsi pubblici banditi negli ultimi 18 mesi, con oltre 63.000 posti messi a bando, e il prossimo già atteso dopo l’estate. A confermare questa tendenza è il report Diventare Docenti 2025, elaborato da AteneiOnline, che analizza i dati dell’ultimo concorso per la scuola secondaria e le richieste di formazione propedeutica alla professione.
I dati restituiscono un’immagine precisa: l’aspirante insegnante italiano è giovane, spesso laureato in discipline umanistiche, proviene soprattutto dal Centro-Sud e vede nella scuola non solo un impiego, ma una vocazione civile e culturale. Il boom di iscrizioni ai corsi da 30, 36 e 60 CFU introdotti dalla Riforma Bianchi nel 2023 ne è ulteriore conferma.
Secondo il report, quasi il 20% dei candidati ha scelto di insegnare Lettere, seguite da Sostegno scolastico con quasi il 13%, Educazione Fisica (12,4%) e Lingue straniere (12%). Al contrario, le materie STEM come Matematica e Scienze Naturali faticano a reclutare: meno del 6% dei candidati le sceglie. Questo potrebbe essere sintomo sia di una carenza strutturale di laureati in discipline scientifiche (solo il 29% in Italia), sia di una minor attrattività percepita nel ruolo dell’insegnante STEM.
Se si guarda alla distribuzione geografica delle candidature, la Lombardia guida in numeri assoluti (16,1%), seguita da Lazio (11,9%) e Campania (9,6%). Ma rapportando i dati alla popolazione residente, il Sud mostra un entusiasmo doppio rispetto al Nord. Calabria, Puglia e Basilicata registrano un interesse elevatissimo, mentre Emilia-Romagna, Liguria e Friuli-Venezia Giulia risultano in fondo alla classifica.
Lettere domina le scelte soprattutto in Campania (25,1%) e Sicilia (24,7%), segno di una tradizione culturale radicata e di un numero significativo di laureati in facoltà umanistiche. La vocazione letteraria del Sud si conferma così un motore importante per il ricambio generazionale nella scuola.
Per quanto riguarda il sostegno scolastico, i dati mostrano ancora una volta un forte protagonismo del Sud. Basilicata, Molise e Lazio guidano per le scuole superiori, mentre per le medie primeggiano Molise, Puglia e Calabria. Segnale di una maggiore sensibilità verso l’inclusività, ma anche di una opportunità professionale concreta per molti candidati.
Sul fronte dei corsi per docenti, il Lazio è la regione più attiva (28,9% delle richieste), seguita da Campania (11,1%), Puglia (7,7%) e Sicilia (6,4%). Al Nord, solo la Lombardia spicca con il 9,6%. Un quadro che conferma come la spinta verso la formazione sia trainata da regioni con forte presenza universitaria e da contesti dove la stabilità lavorativa nella scuola è percepita come un obiettivo di vita.
Come sottolinea Matteo Monari, fondatore di AteneiOnline, “la crescente partecipazione ai percorsi formativi e l’entusiasmo dimostrato per la professione sono segnali importanti di come l’insegnamento continui a rappresentare, per molti italiani, una vocazione e una concreta opportunità di costruire il futuro del nostro Paese”. In un’Italia che cerca risposte educative e sociali, gli insegnanti del domani sono già pronti a salire in cattedra.
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