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la giornata mondiale
23 Giugno 2025 - 05:20
Il 23 giugno, si celebra la Giornata Mondiale degli Abbracci, un appuntamento che, a prima vista, potrebbe sembrare poco più di una simpatica curiosità. Ma dietro questa iniziativa si cela un messaggio profondo e universale, nato dall'esigenza umana più antica: il bisogno di contatto, conforto e connessione.
Tutto ha avuto inizio nel 2004 a Sydney, in Australia, quando un giovane decise di offrire abbracci gratis per strada, con in mano un cartello semplice: Free Hugs. Un gesto spontaneo, un atto di gentilezza disinteressata che colpì l’immaginazione collettiva. Il video dell’iniziativa, pubblicato su YouTube, divenne virale e diede vita a un vero e proprio movimento globale, la Free Hugs Campaign.
Da allora, il 23 giugno non è più una data qualunque: è diventata il simbolo di un'umanità che vuole ricordarsi quanto un gesto semplice possa avere un impatto profondo. Non servono parole, non servono regali costosi: un abbraccio è già tutto. Camminando per le strade delle città, capita di imbattersi in persone comuni che, cartello alla mano, offrono abbracci gratuiti nei parchi, nei centri storici, lungo le vie dello shopping. Nessuna distinzione di età, etnia o provenienza: solo un gesto universale che parla direttamente al cuore.
In fondo, ci si accorge del valore di un abbraccio proprio quando viene a mancare. È il primo contatto che riceviamo da bambini, quello caldo e rassicurante della mamma, dei nonni, dei fratelli. Crescendo, ritroviamo quell’abbraccio negli amici, nella persona amata, in chi ci è vicino nei momenti difficili o in quelli di gioia.
L’abbraccio consola, incoraggia, guarisce. Dice: “Ci sono. Ti sento. Ti accolgo.” In un’epoca dominata da relazioni digitali e contatti filtrati dagli schermi, questo gesto antico si fa atto rivoluzionario. Abbracciare diventa allora un modo per riprendersi lo spazio umano, per riscoprire il valore della presenza, della fiducia, dell’amore che si dona senza chiedere nulla in cambio.
Non è solo una festa, dunque. È un invito: a fermarsi, ad aprire le braccia e il cuore. E a ricordare che, a volte, ciò di cui abbiamo più bisogno è proprio lì, tra due braccia che ci stringono forte.
Perché, come scrisse Victor Hugo, “l’abbraccio è un luogo perfetto: due corpi e un solo cuore”.
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