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Nuove scoperte
23 Giugno 2025 - 11:25
Nel sud dello Utah, all'interno del Grand Staircase-Escalante National Monument, è stato identificato un sorprendente rettile preistorico: una lucertola corazzata di dimensioni contenute, che visse circa 76 milioni di anni fa, nel pieno del Cretaceo superiore.
Il nuovo fossile, battezzato Bolg amondol, prende il nome da un personaggio goblin de Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien e svela una diversità finora poco conosciuta tra le grandi lucertole dell’epoca dei dinosauri.
Il paleontologo Hank Woolley, oggi al Dinosaur Institute del Natural History Museum di Los Angeles, racconta che tutto è cominciato mentre osservava un contenitore di resti etichettato semplicemente come “lucertola”, nei depositi del Museo di Storia Naturale dello Utah. “Quando ho visto quello scheletro parziale, ho capito subito che era qualcosa di speciale”, ha spiegato.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science, è frutto di una collaborazione tra vari istituti scientifici, tra cui lo stesso NHMU. Il lavoro evidenzia come molte scoperte importanti si nascondano non solo nel terreno, ma anche nei magazzini dei musei, in attesa dello sguardo giusto.
Secondo Randy Irmis, professore all’Università dello Utah e curatore del museo, Bolg non era un caso isolato. “Il fatto che condividesse l’ambiente con altre grandi lucertole indica che si trattava di un ecosistema sano e variegato, capace di sostenere numerosi predatori”, ha commentato.
Woolley ha scelto il nome Bolg in onore del goblin di Tolkien, spiegando che l’aspetto di queste lucertole – in particolare i loro crani protetti da osteodermi (placche ossee) – ricordava quello di creature fiabesche. L’epiteto amondol, costruito usando il linguaggio elfico inventato da Tolkien, significa letteralmente “testa a tumulo”.
I fossili di Bolg, anche se frammentari – crani, arti, vertebre e scudi ossei – sono più completi della media per questa categoria. La maggior parte delle lucertole fossili dell’epoca è infatti rappresentata solo da denti o ossa isolate.
Questi nuovi resti consentono ai paleontologi di studiare meglio l’evoluzione delle lucertole predatrici e di comprendere come si inserissero nel quadro più ampio della vita sulla Terra durante il tardo Cretaceo.
“Bolg dimostra quanto siano cruciali le collezioni storiche dei musei”, ha concluso Irmis. “Anche dopo anni, grazie a occhi nuovi e competenze specialistiche, possono rivelare tasselli fondamentali della storia naturale.”
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