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Cronaca internazionale
23 Giugno 2025 - 15:15
Una tranquilla domenica mattina si è trasformata in un incubo sfiorato alla CrossPointe Community Church, alla periferia di Detroit. Un uomo armato ha aperto il fuoco all’esterno dell’edificio di culto durante la messa delle 11:00, ferendo un membro della sicurezza prima di essere neutralizzato. Solo il sangue freddo e la prontezza d’intervento di alcuni parrocchiani hanno evitato che l’attacco si trasformasse in una strage.
Il sospetto, Brian Anthony Browning, 31 anni, è arrivato nei pressi della chiesa vestito con un giubbotto tattico e armato di un fucile semiautomatico e una pistola. Dopo aver ferito alla gamba uno degli addetti alla sicurezza, è stato colpito da due membri armati del team di protezione interno e ucciso sul posto. Poco prima, un fedele lo aveva affrontato con il proprio pick-up, tentando di investirlo per bloccarlo e guadagnare tempo. All’interno della chiesa erano presenti circa 150 persone, tra cui molti bambini.
Secondo la polizia, Browning non aveva precedenti penali, ma si sospetta stesse attraversando una crisi di salute mentale. La madre, secondo quanto riferito, frequentava regolarmente la chiesa, e l’uomo conosceva bene il luogo e la comunità. La polizia locale e l’FBI stanno indagando per chiarire il movente, ma non ci sono prove finora che facciano pensare a un crimine d’odio o a un attentato organizzato.
L’episodio di Wayne si aggiunge alla lunga lista di sparatorie che continuano a insanguinare gli Stati Uniti. Secondo i dati raccolti dal Gun Violence Archive, nel 2025 si sono già verificati oltre 200 “mass shooting” (sparatorie con almeno quattro persone colpite, escluso il tiratore), un ritmo ormai considerato normale per il Paese. Luoghi di culto, scuole, centri commerciali: nessun ambiente sembra più sicuro.
Il tema della violenza armata resta uno dei più divisivi nel dibattito politico americano. Nonostante la frequenza e la tragicità di questi eventi, i tentativi di riforma sul controllo delle armi si arenano regolarmente al Congresso, ostacolati dalla potente lobby delle armi e da profonde divisioni ideologiche.
Nel frattempo, molte chiese, scuole e aziende si stanno dotando di team di sicurezza armati, trasformando gli spazi pubblici in zone sorvegliate, con il rischio però di alimentare una spirale di sfiducia e tensione.
Il capo della polizia di Wayne ha lodato l’intervento del personale di sicurezza e del parrocchiano che ha affrontato il tiratore con il pick-up: «Senza il loro coraggio, oggi parleremmo di una strage». I presenti hanno vissuto attimi di puro terrore, ma grazie alla risposta rapida, nessun fedele è rimasto ferito gravemente.
La città resta scossa, ma sollevata: per una volta, il bilancio non è fatto di croci bianche e foto di bambini sorridenti. Ma il timore resta. Perché in un Paese dove le armi sono più numerose delle persone, nessun luogo è davvero al sicuro.
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