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denatalità
14 Luglio 2025 - 17:30
La denatalità si sta configurando come fenomeno modificatore della struttura sociale, economica e produttiva del Paese. Secondo l’Istat, le nascite sono in calo costante: da 420mila nel 2019 a circa 370mila nel 2024. Di conseguenza, la popolazione italiana scenderà dagli attuali 59 milioni a 46 milioni entro il 2080. Gli over 65, nel 2050 rappresenteranno oltre un terzo dei cittadini italiani
Il mercato del lavoro sarà il settore ad essere più colpito: entro il 2040 è previsto un calo di 5 milioni di persone in età lavorativa, con un conseguente effetto a catena su produzione e consumi. Bankitalia stima un -11% del PIL complessivo e l’Ocse prevede per l’Italia un calo del PIL pro capite dello 0,67% annuo fino al 2060 (il secondo peggiore tra i paesi industrializzati).
Il sistema pensionistico sarà sotto pressione, considerando un aumento del numero di anziani a carico per ogni lavoratore, destinato a salire da 0,41 a 0,76.
La spesa sanitaria aumenterà esponenzialmente, come quella per la long-term care: secondo le previsioni della Ragioneria Generale dello Stato, nel 2043 la spesa complessiva per welfare toccherà il 25,1% del PIL, per poi scendere al 22,7% nel 2070.
In un contesto demografico sempre più sbilanciato, la tenuta economica del Paese vacilla. Il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro ha raggiunto il 45%, generando un danno stimato in 44 miliardi di euro di valore aggiunto perduto. Per evitare un progressivo declino produttivo, servono interventi rapidi e mirati: dal reinserimento degli inattivi nel mercato del lavoro, a una gestione efficace dei flussi migratori, fino a politiche strutturali di sostegno alla natalità.
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