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Pera Toons è il fumettista più venduto d’Italia: “Ridi che è meglio” supera le 300mila copie

Lo stile semplice, i giochi di parole e una comicità a misura di social catturano l'attenzione dei molti, soprattutto dei giovanissimi

Pera Toons è il fumettista più venduto d’Italia: “Ridi che è meglio” supera le 300mila copie

In un mercato editoriale in continua trasformazione, dominato da bestseller internazionali e romanzi seriali, a conquistare il primo posto tra i fumettisti più venduti in Italia è Pera Toons, pseudonimo di Alessandro Perugini, illustratore classe 1987 e creatore di un vero e proprio fenomeno editoriale nato su Instagram.
Il suo libro più famoso, Ridi che è meglio, ha superato le 300mila copie vendute, diventando il fumetto italiano più venduto da quando GfK, società che monitora il mercato editoriale, ha cominciato a raccogliere dati nel 2008. Un traguardo che lo pone davanti persino a Zerocalcare, finora considerato il più popolare autore italiano di graphic novel.

Il successo di Pera Toons nasce nel 2015 da una scelta tanto semplice quanto efficace: pubblicare vignette essenziali e colorate, popolate da personaggi stilizzati e una comicità fatta di freddure, giochi di parole e indovinelli visivi. Un linguaggio immediato, che funziona perfettamente nel formato verticale e veloce dei social network. Su Instagram, dove tutto è iniziato, oggi vanta oltre 1,5 milioni di follower.
Ma non è solo questione di algoritmo. A decretare il suo successo è stato un pubblico molto specifico: i bambini e i giovanissimi. «Le sue vignette sono perfette per chi ha appena imparato a leggere», spiega Mara Famularo, esperta di fumetti e collaboratrice di Internazionale Kids.

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Pera Toons ha pubblicato otto libri in cinque anni, tutti con la casa editrice Tunué, che per prima ha intuito il potenziale di quelle vignette digitali trasformandole in volumi cartacei. Il primo, Chi ha ucciso Kenny?, citava la celebre gag di South Park, serie da cui Perugini ha tratto parzialmente ispirazione per il suo stile grafico volutamente “infantile”.

Ma la sua è una comicità attentamente calibrata. In un’intervista, Perugini ha spiegato di lavorare sempre in ascolto del pubblico: «Il mio obiettivo è far star bene la gente. Seguo i feedback, capisco cosa funziona e lo miglioro. È stato l’algoritmo a indicarmi la strada, ma sono stati i follower a portarmi dove sono». L’editoria per ragazzi, sempre alla ricerca di nuovi linguaggi per competere con l’universo digitale, ha trovato in lui un alleato prezioso, capace di traghettare la lettura tra le nuove generazioni.

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