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Curiosità
29 Luglio 2025 - 21:00
Milano detiene oggi lo scettro indiscusso della moda italiana. Ma prima delle passerelle patinate, delle fashion week e dei flash internazionali, la storia della moda tricolore è passata per Torino. E no, non si tratta solo di folklore cittadino.
Era il 31 marzo 1911 quando, nel pieno fermento dell’Esposizione Universale torinese, una giovane donna comparve nel centro città indossando un paio di jupes-culottes, pantaloni femminili ispirati a un modello del sarto parigino Paul Poiret. L’effetto fu dirompente: battute, sguardi, schiamazzi. Tanto che la protagonista dell’episodio fu costretta a rifugiarsi in un negozio del centro per poi dileguarsi da un’uscita secondaria. Uno scandalo? Forse. Ma anche un punto di svolta.
Già alla fine dell’800, Torino era un centro pulsante per l’industria dell’abbigliamento. Ma fu proprio con l’Expo del 1911 e il suo lussuoso Padiglione della Moda che la città cominciò a fare sul serio. Nel 1935, qui aveva sede l’Ente Nazionale della Moda, e nel 1950 nasceva il Samia, il primo salone interamente dedicato alla moda italiana. Un successo travolgente che durò fino al 1977.
Per gran parte del XX secolo, Torino fu riconosciuta come una delle capitali europee della moda, seconda solo a Parigi. A renderla grande non fu tanto l’originalità dei modelli – spesso mutuati proprio dalla capitale francese – quanto l’eccellenza sartoriale e un mercato consolidato in tutta Italia.
La vera svolta arrivò però negli anni ’60, quando il Gruppo Finanziario Tessile (GFT) rivoluzionò la produzione: da sartoria a industria. Torino divenne così il centro nevralgico della moda italiana, con 8.000 dipendenti, 35 società, 18 stabilimenti, alcuni anche all’estero. Da Valentino ad Armani, da Dior a Ungaro, passando per brand come Marus, Facis e Cori: era Torino a vestire l’Italia (e il mondo).
Un impero durato fino agli anni ’90, quando il declino industriale e il cambio di rotta del sistema moda italiano portarono a uno spostamento del baricentro verso Milano. Ma se oggi esiste una moda italiana forte, strutturata e riconosciuta globalmente, è anche merito del seme piantato a Torino.
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