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30 Luglio 2025 - 10:40
Anche i sentieri più semplici possono trasformarsi in un pericolo per chi affronta la montagna con superficialità. Nonostante la crescente diffusione di informazioni e campagne di prevenzione, molti escursionisti continuano a partire senza le conoscenze, l’attrezzatura o la forma fisica necessarie, sottovalutando i rischi anche su percorsi apparentemente facili.
Secondo i dati più recenti, la maggior parte delle vittime in montagna durante il periodo estivo non sono scalatori esperti o alpinisti impegnati su pareti estreme, ma escursionisti comuni. Il problema è tanto individuale quanto collettivo: ogni intervento di soccorso alpino impiega risorse preziose, spesso evitabili con semplici accorgimenti. La tendenza preoccupa soprattutto in un momento in cui le alte temperature e il turismo crescente spingono sempre più persone a cercare rifugio in quota, anche senza alcuna esperienza.
Uno dei primi elementi da valutare è il proprio stato fisico e il livello di preparazione tecnica. In montagna, una banale distrazione può avere conseguenze gravi: un inciampo, una storta, un colpo di calore, possono trasformarsi in situazioni critiche. Serve una valutazione realistica dei propri limiti, ma anche di quelli del gruppo con cui si condivide l’escursione. La scelta dell’itinerario deve basarsi sulle capacità complessive, non su obiettivi visti online o imposti dal calendario delle vacanze.
La pianificazione accurata è il primo passo per affrontare in sicurezza un'escursione. Significa conoscere il percorso, disporre di una mappa aggiornata, sapere dove si trovano i rifugi e tenere conto delle condizioni meteo, che in quota possono cambiare rapidamente. Avere un piano B, un’alternativa più breve o più sicura, è una strategia utile per evitare di forzare situazioni rischiose solo per non rinunciare al programma originario.
Da non sottovalutare la scelta delle calzature: le scarpe da trekking sono essenziali e devono avere una suola scolpita, essere in buone condizioni e adatte al terreno. Utilizzare scarpe da ginnastica o vecchi scarponi può causare problemi seri, dalla perdita di aderenza alla rottura improvvisa. In caso di usura o deterioramento, meglio sostituirle. Piccoli accorgimenti come i cerotti per vesciche possono fare una grande differenza su lunghe distanze.
Anche l’abbigliamento gioca un ruolo cruciale. Vestirsi a strati, usare indumenti tecnici e portare con sé una giacca impermeabile e un telino isotermico sono precauzioni indispensabili. In estate, con temperature elevate, è fondamentale avere abbondante acqua, un berretto, occhiali da sole e crema solare ad alta protezione, preferibilmente in formato compatto. I bastoncini da trekking, spesso sottovalutati, possono aiutare molto anche i principianti: migliorano l’equilibrio e riducono lo sforzo su gambe e ginocchia.
In caso di emergenza, il numero da contattare è il 112 o il 118. Esiste anche l'app GeoResQ, sviluppata per il soccorso alpino in collaborazione con il Club Alpino Italiano, che consente l’invio della posizione esatta in aree con copertura minima. Le operazioni di salvataggio sono generalmente a carico del Servizio Sanitario Nazionale, ma in alcune regioni può essere previsto un contributo economico se non c’è ricovero o necessità medica reale.
Le escursioni non devono essere forzate per “non sprecare la vacanza”: la montagna ha tempi diversi, richiede preparazione progressiva, prudenza e capacità di adattamento. Anche mete molto popolari attirano turisti ignari delle difficoltà reali, che partono impreparati e convinti che basti seguire la folla. Il rischio di trovare neve c'è, come quello di dover affrontare tratti esposti o terreni scivolosi che mettono a dura prova anche chi ha esperienza. In questi casi, la scelta migliore resta quella di affidarsi a persone più esperte, osservare, imparare e soprattutto saper tornare indietro se necessario.
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