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la giornata internazionale

Il potere del rossetto ha una sua giornata internazionale, simbolo di bellezza e ribellione femminile

Da simbolo di potere nelle antiche civiltà al manifesto dell’emancipazione femminile: il rossetto attraversa i secoli come gesto di bellezza, ribellione e identità

Il potere del rossetto ha una sua giornata internazionale, simbolo di bellezza e ribellione femminile

"Se siete tristi, indossate il rossetto e attaccate." Con questa frase potente e senza tempo, Gabrielle Chanel consacrò il rossetto a qualcosa di più di un semplice cosmetico: uno strumento di affermazione personale, di lotta, di rinascita. Non è un caso che proprio il 29 luglio si celebri la Giornata Internazionale del Rossetto, un omaggio a uno degli oggetti più iconici del beauty e della cultura popolare.

Dalle regine sumere ai punk degli anni '70

La storia del rossetto è antica quanto l’umanità stessa. Le prime testimonianze risalgono a oltre 5.000 anni fa, nella Mesopotamia dei Sumeri, dove la regina Pu-Abi ne faceva uso abituale. In Egitto era Cleopatra a colorarsi le labbra con pigmenti naturali, mentre in Grecia l’uso del rossetto era riservato alle prostitute, per renderle facilmente riconoscibili.

Nell'antica Roma, invece, il rossetto era un segno di prestigio e potere, indossato da uomini e donne dell’élite. Ma nel Medioevo tutto cambiò: il make-up venne bollato come sacrilego, associato alla vanità e perfino al peccato. Solo con il Rinascimento il rossetto tornò lentamente ad affermarsi, ma è nel Novecento che conquista definitivamente il proprio posto nel mondo.

Un simbolo di emancipazione

Il rossetto diventa un manifesto di lotta femminile nel primo Novecento, in particolare grazie alle suffragette di Inghilterra e Stati Uniti. Durante le manifestazioni per il diritto di voto, queste donne coraggiose indossavano il rossetto rosso come segno di sfida, potere e autodeterminazione. Un gesto apparentemente semplice che assumeva un valore fortemente politico.

In quegli stessi anni, la celebre imprenditrice Elizabeth Arden crea per le donne dell’esercito americano una tonalità di rosso ufficiale – il “Montezuma Red” – in abbinamento alle loro uniformi. Ancora una volta, il rossetto diventa arma di identità e orgoglio.

Negli anni ’70, il rossetto vive una nuova rivoluzione: torna a essere genderless, adottato da star del rock, icone glam e protagonisti della cultura punk, come simbolo di anticonformismo e ribellione contro le norme sociali.

Rossetto e umore: il potere di un gesto

Indossare il rossetto non è solo un atto estetico. È un rituale che può sollevare l’umore, restituire energia, aumentare l’autostima. E non è un’impressione soggettiva: è un fenomeno studiato. Durante le crisi economiche, le vendite di rossetti aumentano. Un paradosso solo apparente, noto come Lipstick Index, coniato agli inizi degli anni 2000.

Secondo questo indicatore, quando i consumatori riducono le spese per beni di lusso, si concedono piccoli piaceri accessibili, come un nuovo rossetto. In momenti difficili, un tocco di colore sulle labbra diventa così una forma di resistenza, di cura personale, di speranza.

Un piccolo gesto, un grande significato

Dalle regine dell’antichità alle icone contemporanee, il rossetto ha attraversato epoche, culture e rivoluzioni. È stato simbolo di bellezza, ma anche di lotta, di identità, di libertà. Oggi continua a rappresentare tutto questo: una scelta personale, ma mai neutra.

E così, nel celebrare la Giornata Internazionale del Rossetto, si celebra anche il coraggio di chi, ieri come oggi, ha fatto delle proprie labbra non solo un tratto di stile, ma un atto di espressione e affermazione. Perché, come diceva Coco Chanel, a volte, basta un rossetto per cambiare il mondo.

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