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La profezia
30 Luglio 2025 - 19:16
Bastano poche scosse forti al punto da far tremare mezzo emisfero, ed ecco che la rete torna a rispolverare le (discutibili) doti profetiche di Ryo Tatsuki, la mangaka giapponese che nel 1999 aveva disegnato un futuro a tinte apocalittiche nel suo manga Watashi ga Mita Mirai. Lì, in una sequenza diventata virale mesi fa, parlava di un enorme tsunami che avrebbe colpito il Pacifico nel luglio 2025. Sogno premonitore o coincidenza fortuita?
Il terremoto di magnitudo 8.3 che ha colpito ieri la penisola della Kamchatka — tra i più potenti mai registrati in Russia — ha riacceso il dibattito. Per molti utenti è la prova che la “Baba Vanga giapponese” ci aveva visto lungo. Il fatto che la sua “data profetica” fosse il 5 luglio e non il 30 è considerato un dettaglio trascurabile da chi, online, rilancia la profezia. In fondo, direbbe qualcuno, “c’era solo un po’ di ritardo”.
Nel fumetto, Tatsuki descrive il mare che “bolle” a sud del Giappone e parla di un’onda devastante nata in una zona dalla forma a diamante, compresa tra Giappone, Taiwan, Isole Marianne e Indonesia. Ieri, l’allerta tsunami ha toccato anche l’Hokkaido e le Isole Curili. Il collegamento era servito.
Non è la prima volta che le visioni di Tatsuki generano ansia nel pubblico. Già ad aprile, il boom della riedizione del manga aveva alimentato la psicosi pre-5 luglio: milioni di utenti, soprattutto giapponesi e sudcoreani, avevano iniziato a parlare della “catastrofe imminente”, dando vita a uno degli hashtag più cliccati dell’anno: #July5Disaster.
Il risultato? Prenotazioni di voli crollate dell’83% da Hong Kong verso il Giappone, cittadini in fuga dalle zone citate nel manga e un generale clima di allarme, a cui le autorità avevano cercato (invano) di porre rimedio. Sia il governo che i sismologi dell’Università di Tokyo avevano bollato la profezia come “totalmente infondata e non scientifica”, ricordando che nessun terremoto è prevedibile con precisione.
Tatsuki stessa ha cercato di frenare l’ondata di hype, invitando il pubblico a “non prendere alla lettera” i suoi sogni e ad “affidarsi agli esperti”. Ma si sa, quando una storia buca la superficie del razionale, è difficile contenerla.
L’accostamento tra realtà e visione è stato immediato: i social sono tornati a popolarsi di teorie, video e confronti con le pagine del manga, mentre l’immagine della Tatsuki è tornata a girare con l’ormai celebre soprannome di “Baba Vanga del Giappone”, in riferimento alla veggente bulgara morta nel 1996.
Anche se l’epicentro non era nel “diamante del Pacifico”, anche se la data non è esatta, anche se la previsione risale a oltre vent’anni fa: per milioni di utenti, qualcosa Ryo l’aveva davvero intuito. E questo basta a far parlare (ancora una volta) del manga che ha fatto tremare il Giappone — molto prima del terremoto.
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