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Curiosità
04 Agosto 2025 - 19:40
Fin da tempi remoti, l’essere umano ha dovuto difendersi dal sole. Anche se fino alla fine dell’Ottocento non si conoscevano scientificamente i danni provocati dai raggi UV, l’esperienza insegnava che l’esposizione diretta poteva causare dolorose scottature.
Prima della comparsa delle creme solari, le soluzioni adottate per schermare i raggi solari erano essenzialmente due: indossare indumenti e copricapi oppure utilizzare sostanze naturali da spalmare sulla pelle. L’uso di vestiti per proteggersi dal sole risale a tempi antichissimi, così come l’impiego di cappelli, già documentati nella preistoria. Le antiche civiltà, naturalmente, producevano abiti con i materiali disponibili: in Egitto, ad esempio, si privilegiava il lino, leggero e traspirante.
Oltre ai tessuti, erano diffuse anche delle “creme solari” primitive, composte da materiali naturali che si credeva potessero bloccare il sole. L’homo sapiens, ad esempio, si cospargeva il corpo con argilla mescolata ad acqua, principalmente per motivi rituali, ma con un possibile effetto protettivo. In epoche successive, diverse culture utilizzavano prodotti come la crusca di riso in Egitto o l’olio d’oliva in Grecia: sebbene meno efficaci rispetto alle formule attuali, queste sostanze offrivano un minimo di schermatura.
Il viso, particolarmente delicato, veniva spesso coperto per evitare l’esposizione diretta al sole. Dall’epoca rinascimentale, tra le nobildonne europee si diffuse l’uso della moretta, una maschera di velluto nero indossata durante i viaggi o in altre situazioni di luce intensa, per mantenere la pelle chiara, simbolo di nobiltà.
Per quanto riguarda gli occhi, invece, la protezione è una conquista relativamente recente. Le popolazioni delle regioni artiche, come gli Inuit, utilizzavano già da tempo speciali “occhiali da neve” con una stretta apertura per ridurre l’intensità della luce. I veri e propri occhiali da sole, invece, sono stati inventati nel XVIII secolo nelle vetrerie di Murano e si sono diffusi come oggetti di uso comune solo nel XX secolo.
Solo dalla fine dell’Ottocento la ricerca medica ha cominciato a comprendere con precisione gli effetti nocivi dei raggi ultravioletti sulla pelle. Contemporaneamente, sono nate le prime formulazioni di creme solari come le conosciamo oggi. Il mercato ha visto le prime versioni commerciali nel 1928, con miglioramenti progressivi nel tempo. Nel 1936 L’Oreal lanciò le sue prime creme solari, aprendo la strada a un mercato che sarebbe diventato globale. Durante la Seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti distribuirono queste creme ai soldati impegnati nel Pacifico per proteggerli dall’intenso sole tropicale.
Nel tempo, l’uso delle creme solari si è evoluto: non più solo uno strumento per evitare l’abbronzatura, ma anche per consentire un’abbronzatura graduale e sicura, in linea con i cambiamenti delle mode estetiche.
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