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Allarme salmone, bisogna fare attenzione alla sua provenienza

Considerato un alleato della salute, il salmone è spesso presente nelle diete degli italiani. Ma non tutti sanno come viene realmente prodotto. E in alcuni casi, potrebbe nascondere più rischi che benefici

Allarme salmone, bisogna fare attenzione alla sua provenienza

Ricco di Omega 3, vitamine del gruppo B, vitamina D, fosforo e selenio, il salmone è diventato negli ultimi anni uno degli alimenti più amati anche in Italia, simbolo di benessere e alimentazione sana. Tuttavia, secondo l’infettivologo Matteo Bassetti, è importante fare chiarezza sulla differenza tra salmone selvaggio e salmone d’allevamento, e sulle possibili conseguenze per la salute.

In un video pubblicato sul suo profilo Instagram, Bassetti – direttore del reparto Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova – ha lanciato un messaggio diretto ai consumatori: «Molti lo mangiano perché fa bene, ma pochi sanno come viene allevato».

Salmone d’allevamento: un rischio sottovalutato

Secondo l’esperto, non tutti i salmoni sono uguali. In particolare, il salmone allevato in alcune aree del mondo, come il Cile, sarebbe oggetto di un uso massiccio di antibiotici, necessari per contrastare patologie diffuse tra i pesci, come la rickettsiosi. I dati mostrano un aumento del 25% dell’impiego di farmaci nel settore dell’acquacoltura cilena, sollevando dubbi sugli effetti di questo tipo di produzione sulla salute umana.

Ma non è tutto: spesso il salmone d’allevamento viene alimentato con mangimi industriali contenenti farine animali e oli vegetali di bassa qualità. Per ottenere il tipico colore rosa – che in natura il salmone assume solo grazie alla dieta a base di crostacei – viene anche colorato artificialmente. Il salmone selvaggio, infatti, avrebbe una tonalità più grigia e naturale.

A questo si aggiungono residui di pesticidi, microplastiche e, in alcuni casi, diossine, sostanze potenzialmente dannose se assunte in modo continuativo.

Quale salmone scegliere?

Per evitare rischi, Bassetti invita a prestare attenzione all’etichetta e alla provenienza del prodotto. Il salmone selvaggio – in particolare quello pescato in Alaska o nelle Isole Faroe – è considerato più sicuro, in quanto non sottoposto ai trattamenti intensivi degli allevamenti.

Anche in Norvegia, riferisce l’infettivologo, sono stati compiuti progressi nel controllo dell’uso di antibiotici. Al contrario, il salmone cileno rimane sotto osservazione per l’abuso sistematico di farmaci e le pratiche di allevamento poco trasparenti.

In conclusione, il salmone non è dannoso per la salute, l'unica attenzione va riposta da dove proviene questo tipo di pesce. Il salmone può rimanere un prezioso alleato della salute, a patto di sapere cosa si sta portando in tavola.

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