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estate italiana
12 Agosto 2025 - 17:45
Sta facendo discutere in questi giorni l’idea che, nell’estate 2025, siano diminuite le persone disposte a pagare per ombrelloni e lettini negli stabilimenti balneari italiani. Un calo che ha portato a un acceso confronto pubblico: forse le spiagge italiane sono diventate troppo care. L’opinione, sostenuta anche da esponenti politici e figure pubbliche, trova parziale riscontro in due indagini recenti: una di Altroconsumo e una del centro studi Ircaf, entrambe condotte su centinaia di stabilimenti balneari, da nord a sud.
Altroconsumo ha monitorato 213 stabilimenti in 10 località tra le più frequentate in Italia, rilevando i costi medi per affittare un ombrellone e due lettini nella settimana tra il 3 e il 9 agosto, in una delle prime quattro file (le più costose). Questi i dati più significativi:
Alassio (Liguria) – 340 € (354 € in prima fila)
Gallipoli (Puglia) – 295 € (316 €)
Alghero (Sardegna) – 240 € (251 €)
Viareggio (Toscana) – 217 €
Taormina (Sicilia) – 204 €
Palinuro (Campania) – 187 €
Anzio (Lazio) – 176 €
Senigallia (Marche) – 158 €
Lignano Sabbiadoro (Friuli Venezia Giulia) – 154 €
Rimini (Emilia-Romagna) – 150 €
L’indagine non pretende di stilare una classifica assoluta (e alcune località molto esclusive come Porto Cervo o Forte dei Marmi non sono state incluse) ma restituisce un quadro realistico dei costi nelle spiagge “medie”.
La seconda indagine, condotta da Ircaf, ha coinvolto 90 stabilimenti nella settimana dal 14 al 21 giugno, in terza fila, quindi con prezzi tendenzialmente più bassi. Anche in questo caso emergono differenze significative tra una regione e l’altra:
Campania – 231 € (media regionale più alta)
Abruzzo – 133 € (media più bassa)
Alcuni casi estremi:
Sorrento (Campania) – 420 € a settimana
Lerici (Liguria) – 322 €
Sabaudia (Lazio) – 315 €
Vieste (Puglia) – 91 €
Roseto degli Abruzzi (Abruzzo) – 119 €
Maratea (Basilicata) – 126 €
In linea generale, i prezzi sono più alti sul versante tirrenico (tra Liguria, Lazio e Campania) e più contenuti su quello adriatico e ionico.
Entrambe le ricerche segnalano un aumento rispetto al 2024: +5% secondo Altroconsumo, +4,5% secondo Ircaf. Il sindacato dei balneari ha parlato genericamente di un incremento «tra il 3 e il 4%», senza fornire fonti precise. In ogni caso, si tratta di aumenti superiori all’inflazione annua, che si è attestata poco sotto il 2%.
Il dibattito ha evidenziato quanto l’accessibilità delle spiagge italiane sia un tema sentito. Da una parte c’è la realtà di molte famiglie che, tra inflazione e caro prezzi, faticano a permettersi anche una settimana di mare “attrezzato”; dall’altra, ci sono gli operatori del settore che parlano di costi gestionali in aumento (personale, manutenzione, tasse locali).
Resta però un nodo irrisolto: la trasparenza e la comparabilità dei dati. Le differenze tra territori sono enormi, e non esiste un sistema pubblico centralizzato per monitorare i prezzi dei servizi balneari.
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