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Spiagge e libertà: cosa puoi davvero fare in riva al mare (e cosa no)

Dalle regole vere a quelle inventate: una guida pratica per rispondere ai falsi divieti estivi e conoscere i propri diritti

Spiagge e libertà: cosa puoi davvero fare in riva al mare (e cosa no)

Agosto, sole, mare… e polemiche sotto l’ombrellone. Per chi passa le ferie in spiaggia, è facile imbattersi in frasi come “Non puoi stare qui”, “È vietato fare il bagno” o “Devi mangiare solo al bar”. Spesso pronunciate con tono perentorio da bagnini, gestori o semplici vicini di asciugamano, queste frasi nascondono divieti che in realtà non esistono. Altre volte, invece, violano apertamente leggi nazionali. Ecco perché è utile sapere come rispondere, con garbo ma fermezza, quando vengono negati diritti che in realtà ci spettano.

“È vietato passare o fare il bagno negli stabilimenti privati”

Falso. La spiaggia è un bene pubblico, anche se in concessione. La legge consente a chiunque di passeggiare sulla battigia o attraversare lo stabilimento per accedere al mare. Impedirlo equivale a violare la legge n. 217/2011 e la n. 296/2006. E no, non possono nemmeno chiederti di pagare per farlo.

“Non puoi portare il cane in spiaggia”

Non proprio. Non esiste una legge nazionale che vieti i cani in spiaggia o in mare. Tuttavia, possono esserci regolamenti locali – di comuni, regioni o capitanerie – che lo vietano. In assenza di divieti espliciti, si può portare il cane, tenendolo al guinzaglio (e, in alcuni casi, con la museruola). Gli stabilimenti privati, però, possono imporre le proprie regole.

“Qui non puoi mangiare cibo portato da casa: solo bar o ristorante”

Assolutamente no. La legge non vieta di consumare cibo portato da casa sotto l’ombrellone, nemmeno in uno stabilimento. Il gestore può gestire l’offerta di ristorazione, ma non ha il monopolio sul tuo pranzo al sacco. Attenzione però a non invadere gli spazi altrui o usare tavoli altrui senza autorizzazione.

“Il topless è vietato”

Falso. Nessuna norma vieta il topless in spiaggia. Non è considerato osceno né contrario alla pubblica decenza, a meno che non vi siano intenti sessuali espliciti. A ribadirlo è stata anche la Cassazione.

“Niente sport in spiaggia!”

Dipende. Non esiste un divieto nazionale contro le attività sportive in spiaggia. Tuttavia, comuni o capitanerie di porto possono vietarle in alcune zone o in certi orari per motivi di sicurezza. Se non è così, si può giocare, rispettando gli altri bagnanti. Basta poi smontare il campo improvvisato a fine partita.

“Non puoi metterti qui: ho preso il posto lasciando il telo e l’ombrellone”

Sbagliato. Lasciare ombrelloni o asciugamani per “segnare il posto” è considerato occupazione abusiva del demanio pubblico. Non si può vietare a nessuno di posizionarsi in uno spazio libero. Chi lo fa sta commettendo un illecito, e rischia sanzioni.

“Niente musica o canti, disturbano”

In parte vero. Non esiste un divieto generale di ascoltare musica o cantare in spiaggia, purché non si disturbi la quiete altrui. Diverso è il caso di feste o eventi con musica registrata: in quel caso serve il permesso della SIAE.

“Sto raccogliendo un po’ di conchiglie e sabbia da portare a casa”

Attenzione! Raccogliere conchiglie o sabbia può sembrare innocuo, ma è vietato. È considerato un danno ambientale e può comportare multe salate. Meglio portarsi via solo bei ricordi.

“Facciamo un falò e dormiamo in spiaggia?”

Purtroppo no. I falò e il campeggio libero sono vietati in quasi tutte le spiagge italiane, salvo rare eccezioni autorizzate. Non solo per motivi ambientali, ma anche per sicurezza e ordine pubblico.

In estate tutti vogliono rilassarsi ed è importante sapere quando le regole vanno rispettate e quando, invece, ci si trova davanti a divieti “fantasma”. Informarsi non è solo utile: è un atto di civiltà.

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