Cerca

viaggi in mare

Mal di mare non è solo “suggestione”. Ecco cosa succede davvero nel cervello

Il conflitto tra occhi, orecchio interno e corpo inganna il cervello e scatena nausea e vertigini. Ma ci sono modi per prevenirlo

Mal di mare non è solo “suggestione”. Ecco cosa succede davvero nel cervello

Chi ha sperimentato il mal di mare sa bene quanto possa rovinare un viaggio. Nausea, capogiri, senso di instabilità e in alcuni casi vomito: sintomi che spesso si cerca di minimizzare con frasi come “è solo suggestione” o “devi abituarti”. Ma dietro il disagio c’è una spiegazione neurofisiologica ben precisa, nota come cinetosi.
La cinetosi è un disturbo che si manifesta quando il sistema vestibolare – situato nell’orecchio interno e responsabile dell’equilibrio – entra in conflitto sensoriale con le informazioni che arrivano dagli occhi e dalla propriocezione (la percezione del proprio corpo nello spazio). Se, ad esempio, si è in piedi su una barca che ondeggia, l’orecchio interno percepisce movimento, ma gli occhi vedono il ponte immobile. Questo disallineamento crea confusione neurologica, che il cervello può interpretare come una situazione di pericolo.

Una delle teorie più accreditate sull’origine evolutiva della cinetosi è la cosiddetta "teoria del veleno": il cervello, ricevendo segnali incoerenti, potrebbe reagire come se si fosse ingerita una neurotossina o una sostanza psicotropa. La risposta difensiva è la nausea, per stimolare il vomito e “espellere” il potenziale agente tossico, anche se in realtà non esiste alcuna sostanza da eliminare. Il termine stesso “nausea” deriva dal greco naus (nave), a testimonianza del legame storico tra questo disturbo e i viaggi per mare. Ippocrate ne parlava già nei suoi scritti, ben prima che si potesse soffrire di “mal d’auto” o “mal d’aereo”.

Oggi sappiamo che il mal di mare è solo una delle forme in cui può manifestarsi la cinetosi. Può insorgere anche in auto, in aereo o perfino davanti a videogiochi o film con forti stimoli visivi, quando la percezione del movimento è solo apparente.
Nel passato, il rimedio più diffuso era la scopalamina, un alcaloide anticolinergico somministrato spesso in forma di cerotto transdermico. Tuttavia, oggi in Italia questo principio attivo non è più commercializzato per l’uso contro la cinetosi. Attualmente, i farmaci più utilizzati sono gli antistaminici, in particolare quelli con effetto sul sistema nervoso centrale. Il più noto è il dimenidrato, che agisce bloccando i recettori H1 dell’istamina, riducendo l’attività vestibolare e attenuando i sintomi. Tuttavia, può provocare sonnolenza, quindi è sconsigliato mettersi alla guida o svolgere attività che richiedano attenzione subito dopo l’assunzione.

Il dimenidrato va assunto solitamente 30-60 minuti prima del viaggio. Ma oltre ai farmaci, ci sono alcune strategie comportamentali che possono alleviare i sintomi. Tra queste:

  • Stare all’aperto e fissare l’orizzonte aiuta a “riallineare” vista e senso dell’equilibrio.

  • Evitare di leggere o usare dispositivi mobili durante il viaggio.

  • Mantenere lo sguardo fisso su un punto stabile.

  • Assumere una posizione sdraiata, se possibile.

  • Evitare pasti pesanti, alcol e caffeina prima del viaggio.

In sintesi, il mal di mare è una risposta del tutto reale e fisiologica a un corto circuito sensoriale. Non è frutto della mente, ma di un sistema di difesa evolutivo che, in contesti moderni, si attiva in modo inappropriato. Sapere cosa accade nel nostro corpo può aiutare non solo a gestire meglio i sintomi, ma anche a prevenirli in modo consapevole.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.