l'editoriale
Cerca
produzione di tè
25 Agosto 2025 - 11:50
Una volta era riservato ai monaci, agli imperatori e alle cerimonie tradizionali. Oggi è diventato un ingrediente onnipresente: si trova nei cappuccini dei bar più alla moda, nei dolci delle catene internazionali, nelle creme per il viso e persino nei cocktail. Il matcha, polvere finissima di tè verde brillante, ha fatto un lungo viaggio dalla via del tè giapponese ai feed di Instagram e alle tazze del mondo intero.
In Occidente è arrivato tardi, ma ha recuperato in fretta. L’estetica fotogenica, le proprietà benefiche (vere o presunte) e il ruolo di alternativa “sana” al caffè lo hanno reso un successo commerciale senza precedenti. Il matcha contiene infatti una buona dose di antiossidanti e caffeina, ma viene assorbita più lentamente rispetto al caffè, offrendo una carica più “stabile” e meno frenetica. Da bevanda di nicchia è diventato fenomeno di massa, con bar dedicati in tutte le grandi città del mondo, e una presenza fissa nelle ricette online e nei supermercati. Eppure, dietro questa popolarità, si nasconde un paradosso: il matcha è diventato un prodotto globale, ma la sua produzione resta artigianale, lenta e fragile.
Per ottenere matcha di buona qualità, le piante di tè vengono coltivate all’ombra per settimane, le foglie più giovani vengono raccolte a mano, poi essiccate, selezionate ed eliminate di steli e venature, prima di essere ridotte in polvere con macine di pietra. Una lavorazione complessa, che richiede tempo e attenzione, e che può essere effettuata una sola volta l’anno, in primavera.
Negli ultimi anni, il Giappone, principale produttore mondiale, ha visto una crescita record della domanda, soprattutto da Stati Uniti ed Europa. Ma nello stesso tempo, ha dovuto affrontare una crisi strutturale del settore agricolo: molte aziende agricole hanno chiuso, e oggi mancano i giovani disposti a coltivare il tè. Avviare una nuova produzione, inoltre, non è semplice: servono almeno cinque anni prima che una pianta sia pronta per dare foglie adatte al matcha.
A peggiorare la situazione è stato il clima: la scorsa estate, nella regione di Kyoto, cuore della produzione di matcha giapponese, le temperature anormalmente alte hanno compromesso buona parte del raccolto. Secondo l’Associazione dei produttori giapponesi, la produzione del 2024 sarà inferiore a quella dell’anno precedente, mentre la richiesta continua ad aumentare. Il risultato? Il prezzo del matcha è più che raddoppiato rispetto al 2023, e molti rivenditori — dalle grandi catene ai piccoli bar — fanno fatica a mantenere le scorte.
In alcuni negozi turistici del Giappone si è arrivati persino a razionare la vendita, per evitare di esaurire le scorte tra una spedizione e l’altra. Aziende come la statunitense Mizuba Tea Co. dichiarano di finire in pochi giorni quantità che, fino a poco tempo fa, bastavano per un mese. E altri importatori, come Tealife di Singapore, ammettono di essere “praticamente sempre senza scorte”.
Il matcha viene prodotto anche in Cina e in alcuni paesi del Sudest asiatico, ma il Giappone continua a essere il riferimento per chi cerca la qualità più alta. Per questo, mentre cresce la voglia di matcha, resta difficile trovare un equilibrio tra la tradizione che lo rende speciale e il mercato globale che lo vorrebbe in ogni tazza. E così, quella che era una polvere preziosa e rituale è diventata vittima del suo stesso successo. Sempre più desiderata, sempre più difficile da trovare.
I più letti
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Amministratore unico e responsabile trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..