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31 Agosto 2025 - 10:20
Ogni anno, tra fine agosto e inizio settembre, il tappeto rosso della Mostra del Cinema di Venezia diventa una passerella iconica: attori, registi, modelle e celebrità sfilano davanti ai flash dei fotografi tra applausi e abiti da sogno. Ma perché proprio un tappeto rosso? Da dove nasce questa usanza diventata simbolo indiscusso del glamour?
In realtà, quella del red carpet non è un’invenzione moderna.
Le sue origini risalgono all’Antica Grecia, e il suo significato va ben oltre la mondanità: si tratta di un gesto rituale, antico, legato al potere, alla regalità e alla distinzione sociale. Il primo riferimento letterario a un tappeto di colore rosso o porpora lo troviamo addirittura in Eschilo, tragediografo greco del V secolo a.C. Nell’“Agamennone”, Clitennestra, moglie del re, fa stendere arazzi rossi per accogliere il marito vittorioso di ritorno da Troia. Un gesto sontuoso, ma anche carico di ambiguità: non è solo un omaggio, ma una mossa teatrale prima della sua vendetta. Il colore porpora, all’epoca, aveva un significato ben preciso: era simbolo di potere, lusso e divinità, poiché difficilissimo da produrre. La tintura porpora (o carminio) si otteneva da particolari insetti come la cocciniglia, ed era quindi preziosa quanto l’oro.
Se però è nella Grecia classica che nasce l’idea simbolica del tappeto rosso, è nella Hollywood degli anni ’20 che il gesto si trasforma in rituale mondano. Nel 1922, per la prima del film Robin Hood con Douglas Fairbanks, un lungo tappeto rosso fu srotolato davanti al Teatro Egizio: fu la prima volta che il red carpet fu usato in ambito cinematografico.
Da lì in avanti, le major hollywoodiane capirono il potenziale scenografico e mediatico di quell’oggetto: una passerella che trasformava le star in semidei, e lo spettatore in un adorante moderno. Il red carpet divenne uno spazio visibile e separato, dove sfilare, essere guardati e riconosciuti.
Un piccolo salto indietro nel tempo ci porta a un altro evento chiave: nel 1821, a Georgetown, nella Carolina del Sud, il presidente James Monroe fu accolto con un tappeto rosso durante una visita ufficiale. Un segnale di rispetto, ma anche un rituale che segnerà poi il modo in cui la politica e lo spettacolo costruiranno la propria immagine pubblica.
La Mostra del Cinema di Venezia nacque nel 1932, ed è oggi il più antico festival cinematografico del mondo. Dopo una prima interruzione dovuta alla guerra, l’evento tornò nel 1946 e si affermò negli anni ’50 come uno dei fulcri mondiali del cinema, anche grazie all’ascesa del cinema italiano e delle sue grandi dive, come Sophia Loren, Maria Callas, Gina Lollobrigida e Sandra Milo. Proprio in quel decennio, la sfilata sul red carpet divenne parte integrante della manifestazione: un momento in cui la settima arte si univa alla moda, al gossip e alla celebrazione dell’immagine.
Oggi, la passerella veneziana è tra le più prestigiose del mondo, insieme a quelle di Cannes e degli Oscar, e continua a essere un potente simbolo di fascino, esclusività e cultura popolare. Il tappeto rosso è insomma un rituale antico, trasformato dalla modernità in icona visiva.
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