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La polemica

La capitale sotto accusa: hotel alle stelle nei giorni dei concerti

Tariffe triplicate per artisti come Lorde, Ed Sheeran e Lewis Capaldi. Il ministro O’Donovan: “Così derubano la gente”

La capitale sotto accusa: hotel alle stelle nei giorni dei concerti

Ogni volta che un grande evento attira migliaia di persone, c’è chi ne approfitta alzando i prezzi. È quanto accade a Dublino, dove un’indagine ha mostrato come gli hotel gonfino sistematicamente le tariffe nelle notti dei concerti e degli appuntamenti più attesi. A denunciarlo è stato persino il ministro della Cultura Patrick O’Donovan, che ha accusato gli albergatori di “spennare i clienti” e di rischiare di danneggiare l’intero sistema economico irlandese.

Secondo O’Donovan, se questa abitudine continuerà, gli artisti internazionali potrebbero evitare la capitale irlandese, preferendo città più accessibili, mentre molti fan locali sceglieranno di assistere ai concerti all’estero piuttosto che pagare cifre esorbitanti a casa propria. Un boomerang che finirebbe per ridurre gli incassi complessivi di tutto l’indotto.

Un’analisi del portale Extra.ie ha fotografato la situazione: nei principali locali di Dublino, come la 3Arena, il 3Olympia Theatre e l’RDS, i prezzi aumentano normalmente tra il 20% e il 50%. Ma con i grandi nomi le cifre schizzano ben oltre.

Il caso più eclatante riguarda il concerto di Lorde a novembre: una camera da 300 euro in un quattro stelle è stata offerta a 1.425 euro, con un rincaro del +370%. Situazione simile per gli spettacoli di OneRepublic, Lewis Capaldi ed Ed Sheeran. Per gli OneRepublic, un tre stelle ha raddoppiato il prezzo più alto da 369 a 719 euro, mentre la tariffa più bassa è salita da 139 a 205 euro. Per Capaldi, un quattro stelle ha aumentato i prezzi del 76%, mentre le opzioni più economiche hanno segnato rincari fino al 123%. Sheeran non è da meno: camere passate da 122 a 220 euro, con le soluzioni più costose salite oltre il 50%.

L’indagine conferma un modello preciso: più l’evento è importante, più lievitano i costi, senza che migliori in alcun modo la qualità del servizio offerto. Una pratica giudicata ingiustificata e dannosa, che rischia di allontanare sia i grandi artisti sia il pubblico.

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