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Nuove regole
16 Settembre 2025 - 15:30
Un dilemma che divide l’Irlanda: crescita economica o tutela ambientale? La domanda nasce dalla decisione del governo di avviare un percorso legislativo per abolire il limite di 32 milioni di passeggeri annui fissato nel 2007 all’aeroporto di Dublino. Una misura che, se da un lato promette di rilanciare il turismo e rafforzare i collegamenti internazionali, dall’altro suscita allarme per le conseguenze ambientali e sociali.
Per le compagnie aeree, in testa Ryanair di Michael O’Leary, la riforma è un passo atteso da tempo. Più rotte, più voli e più passeggeri significherebbero migliaia di posti di lavoro e un impatto positivo su hotel, ristorazione, trasporti e commercio. Secondo l’Autorità aeroportuale di Dublino, rimuovere il tetto consentirebbe di pianificare meglio le infrastrutture e mantenere l’Irlanda competitiva rispetto ad altri hub come Londra, Amsterdam e Francoforte.
Ma la prospettiva non piace agli ambientalisti. Una proiezione della stessa DAA stima che l’aumento fino a 40 milioni di passeggeri comporterebbe un +24% di emissioni di gas serra, pari a 580.000 tonnellate di CO₂ in più entro il 2034. Gruppi come il St Margaret’s The Ward Residents Group denunciano i rischi di inquinamento acustico e atmosferico, mentre associazioni come Children’s Rights over Flights parlano di una scelta “scioccante”, in contrasto con gli impegni climatici dell’Irlanda. Le compagnie replicano puntando sull’uso di carburanti sostenibili (SAF) e flotte più efficienti, ma per gli ecologisti queste soluzioni non bastano a compensare l’impatto di milioni di passeggeri aggiuntivi.
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