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Ritardi e uscite anticipate, ecco quando si rischia la bocciatura

Dalle elementari alle superiori, regole diverse ma un punto comune: il rispetto del monte ore minimo

Ritardi e uscite anticipate, ecco quando si rischia la bocciatura

Presentarsi puntuali a scuola non è solo una questione di educazione, ma un vero requisito per la carriera scolastica. I regolamenti interni fissano limiti precisi su ritardi e uscite anticipate, e quando questi incidono troppo sulla frequenza complessiva, lo studente può andare incontro a conseguenze disciplinari fino alla non ammissione agli scrutini finali.

Alle scuole elementari il peso dei ritardi è soprattutto educativo. Ogni ingresso tardivo va giustificato dai genitori, e in caso di episodi frequenti i docenti possono richiedere incontri con le famiglie. La bocciatura per soli ritardi resta comunque un’eventualità rarissima.

Con l’ingresso alle scuole medie, le regole diventano più severe: ritardi e uscite anticipate, se ripetuti, possono influenzare il voto di condotta. Inoltre vengono conteggiati come frazioni di assenza, riducendo le ore effettivamente frequentate. La legge impone la presenza ad almeno tre quarti dell’orario annuale, salvo deroghe motivate.

Alle superiori il legame con il monte ore è ancora più stringente. Ogni ingresso tardivo o uscita anticipata pesa sul calcolo delle ore totali, e superata la soglia minima si perde la validità dell’anno scolastico. Le scuole possono prevedere richiami, note disciplinari o sospensioni, e i ritardi possono incidere direttamente sul voto di condotta, diventato centrale con la recente riforma.

Non esiste quindi un numero standard di ritardi valido per tutte le scuole: ogni istituto fissa regole proprie. Ma il principio resta lo stesso: se l’insieme di ritardi e uscite anticipate riduce la frequenza al di sotto del 75% delle ore annuali, lo studente rischia seriamente la bocciatura.

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