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Allergia alle arachidi nei bambini, il nuovo studio: «Bisogna introdurle nella dieta già da lattanti»

Un progetto negli Stati Uniti dimostra che la corretta formazione dei pediatri può ridurre fino all’80% il rischio di sviluppare allergie alimentari

Allergia alle arachidi nei bambini, il nuovo studio: «Bisogna introdurle nella dieta già da lattanti»

Immagine di repertorio

Per molti genitori, l’allergia alle arachidi è una preoccupazione costante. Basta leggere le etichette di merendine o snack per rendersi conto di quanto sia diffusa la presenza (anche solo in tracce) di questo alimento. Per i bambini allergici, anche una minima esposizione può rappresentare un pericolo reale.

Una ricerca pubblicata su Pediatrics offre però una nuova prospettiva. Lo studio mostra che fornire ai pediatri strumenti semplici (video formativi, promemoria digitali e materiali informativi per le famiglie) può ridurre il rischio che i bambini sviluppino un’allergia alle arachidi, migliorando l’applicazione delle linee guida sulla prevenzione.

Negli ultimi anni, la scienza ha ribaltato le vecchie convinzioni. Evitare il contatto precoce con alimenti potenzialmente allergizzanti non protegge, anzi: introdurli nella dieta dei lattanti fin dai primi mesi riduce fino all’80% il rischio di sviluppare un’allergia. È quanto aveva già dimostrato uno studio britannico del 2015, ora confermato da nuove evidenze.

Come ha spiegato la dottoressa Ruchi Gupta, docente alla Northwestern University e autrice principale dello studio, «le visite pediatriche nei primi mesi sono molto intense: vaccini, crescita, alimentazione. Per questo è essenziale che i pediatri abbiano strumenti di supporto per fornire ai genitori indicazioni chiare».

Il progetto ha coinvolto 30 ambulatori pediatrici tra Chicago e Peoria, per un totale di 18.480 bambini seguiti da 290 professionisti. Nei centri in cui i medici hanno ricevuto formazione e supporti digitali, l’aderenza alle linee guida è salita all’84% tra i bambini a basso rischio, contro il 35% del gruppo di controllo. Anche nei piccoli ad alto rischio i risultati sono migliorati: 27% rispetto al 10% dell’altro gruppo.

«Il nostro obiettivo – conclude la dottoressa Gupta – è che le famiglie si sentano sicure nell’introdurre precocemente alimenti contenenti arachidi. Solo così potremo invertire la crescita delle allergie alimentari nei bambini».

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