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autobiografia

Sonia Bruganelli si racconta:
«Ecco perché ero lacerata...»

Tra confessioni sull'aborto, la malattia della figlia e lo shopping compulsivo, Sonia Bruganelli racconta matrimonio, libri che l'hanno salvata e la nuova centralità dei figli

Sonia Bruganelli si racconta: «Ecco perché ero lacerata...»

Sonia Bruganelli

Molto più di una semplice autobiografia, quella che da oggi sarà in tutte le librerie. S’intitola “Solo quello che rimane”, l’ha scritta Sonia Bruganelli che mescola la storia della sua vita prima, durante e dopo la fine del matrimonio con Paolo Bonolis, insieme a quella dei libri capaci di farle compagnia durante tutta la vita.

Intervistata dal “Corriere della Sera” racconta senza filtri quello che ha cambiato il loro rapporto, a cominciare da un aborto nei primi tempo della loro storia. «La gravidanza non era cercata, ma avrei voluto che Paolo mi dicesse “che bello, questo bimbo è frutto del nostro amore”. Invece, non era pronto. L’ho capito, non l’ho accusato e, fra diventare madre senza di lui o avere lui, ho scelto lui. Ho creduto che, fatto l’intervento, sarebbe finita lì. Mi sbagliavo».

Perché poi è subentrato un certo senso di frustrazione in lei: «Se Paolo mi parlava dei suoi figli, ero lacerata, pensavo che non mi considerasse abbastanza importante per giustificare un’altra sua paternità. Gli dicevo: zitto, mi ferisci. Era una situazione tossica. Ci siamo sposati perché ci amavamo, ma anche per un intreccio di altre ragioni».

Ventitrè anni fa la nascita della primogenita Silvia, una gioia subito mista a dramma: «Aveva una cardiopatia, è stata operata appena nata e ha avuto un’ipossia. Non sapevamo che danni avrebbe avuto. È stato uno shock. Ero annichilita, distrutta dal senso di colpa. Pensavo: sono stata punita per aver rinunciato al mio primo bambino». Poi comunque sono nati anche Davide, che oggi ha 21 anni, e Adele, ora diciassettenne.

Lei ha fatto la mamma, felice di dedicarsi a loro, ma per anestetizzare la sofferenza si è anche dedicata allo shopping compulsivo. «Ho cercato conforto nel lusso e so di aver infastidito chi aveva problemi diversi. Ma era tutto collegato. Era il modo di dirmi che potevo avere tutto, perché in realtà quello che volevo era la salute di mia figlia, che era impossibile. Oggi, il vuoto non c’è più, lo riempiono i figli. E ho un’altra compulsione, quella di renderli felici».

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