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Festività
31 Ottobre 2025 - 08:45
 
												Foto di repertorio
Quando pensiamo a Halloween, la mente corre a zucche illuminate, travestimenti spaventosi e bambini in cerca di dolcetti. Ma dietro le atmosfere gotiche e le maschere moderne si nasconde una storia antichissima, nata più di duemila anni fa tra le colline e i villaggi dell’Irlanda celtica.
La notte del 31 ottobre, molto prima che diventasse una festa globale, era conosciuta come Samhain (pronunciato “sauin”) e segnava la fine del raccolto e l’inizio dell’inverno. Era il momento in cui la luce dell’estate lasciava spazio alle ombre della stagione fredda, e — secondo la tradizione — il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti si faceva più sottile.
“Samhain rappresentava il passaggio tra due cicli della natura,” spiega Kelly Fitzgerald, direttrice della Scuola di Studi irlandesi dell’University College di Dublino. “È il tempo in cui la luce cambia, l’aria si fa diversa e si percepisce una trasformazione profonda: anche gli spiriti, secondo le credenze, tornavano a camminare tra gli uomini.”
Molte delle usanze odierne derivano direttamente da quei riti antichi. Gli abitanti accendevano grandi falò per tenere lontane le forze oscure e accoglievano gli spiriti benevoli con offerte di cibo lasciate davanti alle porte. Le prime lanterne, invece, non erano ricavate dalle zucche ma dalle rape, intagliate con volti minacciosi per spaventare gli spiriti maligni.
“Quelle lanterne avevano una duplice funzione: proteggere e confondere le presenze indesiderate,” racconta Clodagh Doyle, curatrice della Irish Folklife Collection del Museo Nazionale d’Irlanda. “La zucca arrivò solo più tardi, grazie agli emigranti irlandesi negli Stati Uniti, dove era più facile da scavare e decorare.”
Durante Samhain, le comunità si riunivano attorno ai fuochi per celebrare il raccolto e condividere frutti, mele e pane dolce. Uno di questi, il barmbrack, un pane alla frutta secca che nascondeva piccoli oggetti portafortuna, è tuttora parte della tradizione irlandese. Si diceva che il destino di chi lo trovava fosse predetto dal simbolo contenuto nel dolce.
Anche i travestimenti avevano un significato preciso: servivano a mimetizzarsi tra gli spiriti, per evitare di essere riconosciuti o disturbati. Da questi rituali nacquero, secoli più tardi, le usanze del “dolcetto o scherzetto”, quando i bambini — o, in epoca antica, i poveri — andavano di casa in casa a chiedere cibo in cambio di preghiere per i defunti.
Con il passare dei secoli, le celebrazioni di Samhain si intrecciarono con il calendario cristiano, fondendosi con la vigilia di Ognissanti e diventando All Hallows’ Eve, da cui deriva il nome “Halloween”. Oggi è una ricorrenza popolare in tutto il mondo, ma le sue radici restano legate alla natura, al ciclo delle stagioni e al mistero della vita e della morte.
Ogni anno, quando le notti si allungano e l’autunno sfuma nell’inverno, Halloween rinnova quel legame antico con il fuoco, la luce e la memoria. Una festa che, nonostante le trasformazioni, continua a ricordarci che — per un istante — il confine tra i due mondi può ancora aprirsi.
 L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.
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